Sanremo 2016: gli Stadio fanno il pieno. E gli altri?

Carissimi, ho preferito non scrivere durante il Festival di Sanremo 2016 perché non si giudica mai un libro mentre lo si legge, ma ho scelto di riascoltare più volte le canzoni e vedere quali di queste avrebbero potuto avere un futuro radiofonico e quali no.

Partiamo dai quattro grandi esclusi del ripescaggio.
Zero Assoluto. Io avrei eliminato fisicamente già dopo la cover di Goldrake, perché se lasci l’alabarda spaziale e la pioggia di fuoco a casa non puoi puntare in alto.
La loro canzone in gara a Sanremo 2016 Di me e di te non lascia traccia invasiva. Voto 6 per il coraggio di portare Goldrake sul palco dell’Ariston.

Bluvertigo. Come al solito chi troppo vuole nulla stringe ed è così che Castoldi e soci non graffiano come con L’Assenzio nel 2000. Semplicemente, il brano con il quale erano in gara in questo Festival, in realtà ha un bel testo ed è stata l’assenza di voce a non farne percepire il reale significato. Voto 5,5.

Neffa. Canta come se si fosse siringato le labbra di botulino insieme a Patty Pravo e Garko, se avesse cantato come in passato sarebbe decisamente arrivato più in alto e Sogni e nostalgia, a mio avviso, non gli ha permesso di esprimersi al meglio sul palco. Voto 4 solo a Sanremo; in radio ha già rotto troppo le scatole.

Dear Jack. Se avessero ascoltato il mio consiglio, scatenando una rissa dietro le quinte, sarebbero passati senza problemi, ma, purtroppo, Bernabei gli ha spezzato il fiato visto che chiedevano  “Mezzo respiro ancora”. Voto 6 per fiducia nel futuro.

Irene Fornaciari manca di autocritica. Mia dolce fanciulla, se hanno cercato di buttarti fuori sin dalla prima serata e il “ripescaggio” ti ha graziato non potevi far altro che arrivare ultima, anche se devo ammettere che Blu non era poi un brutto testo. Voto 5,5.

E ora passiamo agli altri Big in gara a Sanremo 2016.
Dolcenera. Voto 7, a prescindere, poiché salentina oltre che vocalmente e musicalmente bravissima. Purtroppo la sua canzone Ora o mai più (le cose cambiano) non convince la giuria e il pubblico a casa.

Alessio Bernabei. Pensa più a muoversi sul palco e lanciare sguardi languidi verso la telecamera piuttosto che interpretare un pezzo, a mio dire, privo di contenuti. Sarà il tormentone del prossimo mese, purtroppo. Voto 5: è il palco dell’Ariston, non una discoteca!

Valerio Scanu, dopo l’amore in tutti i laghi e posti vari, finalmente un testo che fa pensare che tu abbia realmente delle capacità canore, ma non ci sarà sempre Moro a scrivere per te. Voto 6.

Elio e Le storie tese. Geni incompresi come sempre, il loro passare da un genere ad un altro, cambiandone ben dodici in poco più di tre minuti, li colloca una spanna sopra al resto del mondo. Voto 8,5: Vincere l’odio è pazzesca!

Annalisa. Il diluvio universale non è bello se non sai nuotare con gli squali, purtroppo devi sgomitare ancora tanto per puntare in alto. Voto 6. Con quello sguardo buchi lo schermo!

Arisa ha decisamente sbagliato costumista, ma ha voce da vendere e un’intonazione quasi perfetta e lo dimostra con delle performance assurde. Voto 7,5: meritava qualche posizione in più.

Rocco Hunt. Non basta far ballare tutto il pubblico per vincere e lui ne è la riprova. Wake up è una scarica di energia anche a livello radiofonico a dimostrazione che ormai non si punta a vincere il Festival, ma lo si usa solo come trampolino. Voto 8.

Noemi, controlla se nella tua borsa non ci siano premi perché il testo della canzone era molto bello. Peccato per la prima serata, decisamente sbagliata. Voto 7.

Clementino è stato criticato per non essere nel suo ambiente, ma lui ha dimostrato di avere anche tanta inventiva e voglia di variare. La dimostrazione è stata Don Raffaè di Fabrizio De Andrè, interpretata dal rapper campano nella serata “delle cover” con una performance del tutto inaspettata. Voto 8.

Patty Pravo la mummia ruggisce con classe. Dimostra cantando con esperienza e sempre in maniera regale. Voto 7,5.

Lorenzo Fragola non colpisce, stona, pensa troppo a se stesso, testo distratto – a mio dire – dal futuro discografico che lo attende, visto che in radio lo passano un minuto sì e l’altro pure. Voto 5.

Enrico Ruggeri in forma smagliante e decisamente rock, una macchina da guerra devastante che meritava decisamente il podio, unica nota stonata il napoletano durante la serata delle cover. Voto 8,5.

Caccamo&Iurato. Coppia di cyborg sempre impeccabili e intonatissimi, non sbagliano un colpo (tranne il vestito color melanzana della Iurato indossato la prima serata). Voto 8, anche se pagano per l’inesperienza e la rigidità.

Francesca Michielin. Vera outsider di questa edizione: nessuno, tranne Fiorello, si aspettava di vederla così in alto. Voce perennemente emozionata e stupefatta da tutto ciò che le accadeva intorno. Voto 8,5.

Stadio. La terza volta è quella buona: dopo due ultimi posti finalmente vincono e stravincono con semplicità, umiltà e tanta classe, portando il loro punto di vista sulla società attuale. Voto 9.

In generale è stata un edizione molto artefatta e ricca di colpi di scena. Purtroppo gli ospiti sono stati troppi e troppo poco tempo sul palco per poterne apprezzare a pieno le qualità. I medley non riescono a spingere al massimo le emozioni, purtroppo. Per i presentatori non mi esprimo moltissimo, dico solo che la Ghenea parlava italiano meglio di Garko, che come valletto muto avrebbe reso molto di più. Vera star la Raffaele che con le sue imitazioni, tutte ben riuscite, porta il buon umore sul palco. Conti si dimostra un ottimo direttore delle operazioni, tenendo davanti allo schermo milioni di telespettatori.

Civins