Da Zucchero ai Pooh, anche i Big possono sbagliare

Accade ormai di frequente, in questi ultimi anni, che i grandi artisti della musica italiana propongano, o ripropongano, pezzi sempre più scadenti. Da Zucchero a Ligabue passando per I Pooh non si può certo dire “un nome, una garanzia”, seppure i fan non voltino le spalle ai loro beniamini.

Andremo ad analizzare la questione.
Primo tra tutti Adelmo “Sugar” Fornaciari, ovvero Zucchero, che all’età di sessant’anni già da qualche tempo ha deciso di sconnettere il cervello dalle proprietà di linguaggio e scrive testi senza né capo né coda sentendosi il re di New Orleans: Jessica Fletcher (la Signora in giallo) dammi una mano a decifrarne i significati! Anche se c’è però da dire che le sue sonorità blues rimangono sempre di unica fattura.

Altro soggetto discutibile potrebbero essere I Pooh, un gruppo che dopo cinquant’ anni di successi e uno scioglimento ormai consolidato decide di tornare alla carica con la formazione originale (quella con Riccardo Fogli) e propone “Ancora una canzone” per cercare di racimolare ancora qualche annetto di vendite assicurate.

Ma il meglio deve ancora venire. Un autore che mi ha lasciato l’amaro in bocca è stato Luciano Ligabue tirando fuori dal sacco la canzone G come Giungla che francamente non mi fa né caldo né freddo, una brano che prova a scimmiottare il vecchio Liga, ma sicuramente ai fan questo ritorno sarà molto gradito.

Vi ho menzionato solo pochi esempi di quello che ormai è diventato, a mio avviso, il panorama italiano, e non solo, della musica. Un mondo ripetitivo e poco interessante con delle sonorità approssimative. Vorrei consigliarvi come sempre due gruppi per uscire dalla monotonia radiofonica e sono: The Freak Fandango Orchestra e This Way to the EGRESS.

Civins