Intervista – Domande “sComode” ai MotelNoire

È da poco uscito l’album dei MotelNoire, On Tv, dai temi attuali che mescola le sonorità del grande rock italiano a un’aura noir. L’album, costituito da tredici inediti, è impreziosito da collaborazioni internazionali come Gary Wallis, Alex Meadows, Nathan East ma anche nazionali come Federico Zampaglione.

I miei più sinceri complimenti per l’album On Tv, il rock è uno dei miei generi preferiti, e ho voluto sottoporre loro alcune domande “scomode”.

1. A quale canzone vi sentite più legati?
Beh, direi Street of Angels, senza dubbio. Street of Angels è una canzone per noi particolarmente importante, soprattutto per Nick che l’ha scritta, perché è dedicate alle vittime della strada. Nick l’ha scritta dopo aver perso il padre in un incidente e ha voluto così ricordarlo, ricordare chi non c’è più ma anche chi resta e vive l’esperienza, in questo modo. Un inno alla vita e al ricordo.

2. Come credete che sia l’attuale panorama rock?
Il panorama attuale rock è un mondo in subbuglio, purtroppo il mondo della musica sta cambiando continuamente e sta sopportando delle evoluzioni davvero consistenti. Il mondo del Rock c’è, non è sparito, semplicemente è coperto da una valanga di musica che non vuol dire niente e che è schiava dell’opinione di altri. Il Rock rimane sempre un’attitudine e noi vogliamo continuare a viverla.

3. È stato difficile collaborare con così tanti artisti per “Street of Angels”?
Assolutamente no. Il bello di questo pezzo, oltre al significato, è stato che le collaborazioni sono nate spontaneamente. Abbiamo fatto ascoltare il pezzo a Federico Zampaglione, Jake La Furia, Mario Riso, Claudia Moroni e Gabriella Vainiglia e molto semplicemente hanno partecipato.
È molto bello che artisti di questo calibro abbiano voluto unirsi ad una causa comune e prestare la propria voce per raccontare questo pezzo.

4. Come vi sentite dopo quasi venti anni sulla scena?
Sempre i soliti maledetti Rocker. Di certo l’entusiasmo non ci manca. E sicuramente, dopo tante bastonate, delusioni e momenti di indecisione, abbiamo comunque tenuto botta, siamo “rimasti in piedi anche se la Terra trema” per citare Welcome to my life e ci sentiamo fortunati perché dopo tanto lavoro, sacrificio e gavetta stiamo raccogliendo dei frutti meravigliosi e noi siamo perennemente grati alle persone che ci sostengono e che hanno sempre creduto in noi.

5. Pensate che le generazioni odierne comprendano a pieno il rock?
Che domanda difficile!
I giovani d’oggi, secondo noi, devono semplicemente vivere la vita seguendo una filosofia ben precisa: avere una propria idea. Purtroppo oggi i giovani sono bombardati da uno spirito musicale che è totalmente opposto a quello degli anni d’oro del Rock, ovviamente vengono così influenzati. La credenza diffusa che si possa fare il musicista o successo partecipando ad un talent crea spesso in loro l’illusione di poter bruciare anni e anni di lavoro, quando in realtà si mettono per qualche mese nelle mani delle idee degli altri. Al termine di questi mesi sbattono la faccia contro la realtà: non hanno costruito nulla di solido e alla prima ventata tutto è stato sbattuto fuori. Ma siamo fiduciosi, sappiamo che ci sono ragazzi che amano il Rock e sanno che bruciare le tappe non porta a nulla, ma il lavoro, il sacrificio e la volontà di migliorarsi continuamente sono ciò che davvero portano a creare qualcosa di buono. Alla fine la Musica cos’è, se non esprimere il proprio essere tramite delle note?

Civins