“American Horror Story – Apocalypse”: il principio e la fine

Per parlare della fine del mondo bisogna tornare lì dove tutto ebbe origine. È questo il principio da cui muove “Apocalypse”, l’ottava stagione di “American Horror Story”, il crossover che ci riporta, con un tuffo nostalgico, nella “Murder House”, teatro della stagione d’esordio della nostra amata serie dell’orrore. Il tutto insieme alle streghe di “Coven”, che tenteranno di salvare l’intera popolazione mondiale dalla morte e dalla distruzione portate dall’Anticristo Michael Langdon (interpretato da un sorprendente Cody Fern), il frutto dello stupro di un’umana, Vivien Harmon (la madre di Violet), da parte di uno spirito, Tate Langdon.

Le premesse sono ottime. La stagione, pur essendo in alcuni punti mero fan service, funziona.
Nonostante i numerosi difetti strutturali, nonostante lo scarso approfondimento di alcuni passaggi, nonostante espedienti narrativi già usati numerose volte in passato, come la costante presenza di Sarah Paulson e di Evan Peters, chiamati a interpretare un numero smodato di personaggi, “Apocalypse” lascia il segno e piace.

Piace in particolar modo il ritorno alla “Murder House”, con la sublime Jessica Lange che, come una manna dal cielo, torna nuovamente a vestire, seppur per un solo episodio, i panni della ormai leggendaria Constance Langdon.

Ryan Murphy decide di rendere un grande servizio a noi fan veterani, dando un finale degno e una spiegazione coerente alle tante sottostorie rimaste in sospeso otto anni prima, come quella della cameriera Moira e di Tate e Violet, tra le più amate dal pubblico. Anche molti personaggi di “Coven” trovano finalmente un epilogo all’altezza dei tanti appassionati della serie e un approfondimento più accurato di quello riservatogli in passato.

L’horror in “Apocalypse” ristagna nella simbologia esoterica e satanica della chiesa dell’Anticristo, uniti al paranormale di “Murder House” e alla stregoneria di “Coven”. In questa spirale del terrore ci vediamo trasportati verso un finale a sorpresa molto affascinante, che lascerà i più a bocca aperta.

Niente muore davvero. Siamo tutti fatti di energia e l’energia non può né essere creata né distrutta. Questa può soltanto essere trasferita da una forma, all’altra. Il trucco è essere in grado di tornare indietro nel tempo e scegliere il momento giusto, e ricominciare da lì. (Mallory)

Liliana Passiatore