“American Horror Story – Freak Show”: fai della tua vita un’opera d’arte

“Freak Show”, la quarta stagione di “American Horror Story”, riesce a farci dimenticare le atmosfere distese di “Coven”, catapultandoci in una Florida del dopoguerra, degli anni ’50, nel circo degli orrori capitanato dalla splendida Elsa Mars (Jessica Lange), un’immigrata tedesca sul suolo americano con il sogno, l’ossessione di sfondare nel mondo dello spettacolo.

La scelta di ambientare la stagione in questo periodo storico, apparentemente stravagante, è in realtà voluta. Nell’immaginario comune i Freak Show si collocano infatti in un tempo più lontano, tra la seconda metà dell’Ottocento e i primi decenni del secolo scorso. Il circo di Elsa, nella sua anticonformista e decadente bellezza, è uno degli ultimi esemplari esistenti.

Le luci, i camper, l’imponente tendone a strisce bianche e rosse evocano un’atmosfera magica e in declino, tempi ormai antichi e suggestivi. Negli anni successivi alla Seconda guerra mondiale questo tipo di attrazione non ha più lo stesso appeal, i Freak hanno smesso di essere fonte di stupore per limitarsi ad essere oggetto di pietà, rifiuto e terrore.

Il pubblico scarseggia, oltre che per questo motivo, anche per via di un serial killer, il pagliaccio Twisty (John Carroll Lynch), che terrorizza Jupiter, la cittadina in cui si trova il circo. La polizia impone un coprifuoco e i cittadini accusano ingiustamente i “mostri” di essere i fautori di tali efferati crimini.

La seconda parte della stagione vede invece come malvagio protagonista Dandy Mott, interpretato dallo straordinario Finn Wittrock, lo psicopatico che intreccerà la sua vita con Twisty il clown.

Una buona serie tv si vede anche dai suoi villain e quelli di “American Horror Story – Freak Show” si rivelano più che all’altezza di un prodotto televisivo di questo genere. Hanno entrambi molto da raccontare e Ryan Murphy glielo consente indagando a fondo nelle loro coscienze e sviscerando i “perché” del loro essere.

I due hanno una forte carica allegorica. Se Twisty rappresenta il fantoccio bistrattato dagli adulti, Dandy incarna l’adulto bambino viziato da una madre troppo indulgente. Anche Twisty è un Freak e, proprio come gli altri protagonisti delle vicende, nonostante il suo aspetto terrificante liberamente ispirato al Pennywise di Stephen King, mantiene la sua aura di perversa purezza.
Dandy, invece, vorrebbe essere un Freak, ma è intrappolato nella sua lucente bellezza, che stride con l’oscurità e le tenebre che popolano la sua anima. Come ormai abbiamo imparato a comprendere, nell’universo di “American Horror Story” i veri malvagi sono coloro che vengono accettati dalla società e che a prima vista appaiono “normali”.

I protagonisti del circo degli orrori, nonostante le loro caratteristiche fisiche peculiari, sono esseri umani e, in quanto tali, sono mossi da sentimenti positivi o negativi, a prescindere dal loro aspetto. Alcuni di loro custodiscono una purezza genuina e sincera, come la dolcissima Ma Petite (Jyoti Amge), la donna più piccola del mondo, Meep (Ben Woolf) e la Pepper di “Asylum” (Naomi Grossman), la donna colpita da microcefalia, uno dei personaggi più iconici e importanti dell’intera serie. Sarà proprio lei la prima a farci comprendere che “American Horror Story” è un grande universo composto da tanti microcosmi paralleli.

Sarà grazie all’approfondimento della sua storia che dal circo degli orrori di Elsa Mars ci ritroveremo a sorpresa catapultati, per la piccola parte di una puntata, nel manicomio criminale di Briarcliff insieme a Suor Mary Eunice (il personaggio più rappresentativo di Lily Rabe).

Degli altri Freak i più rilevanti sono Bette e Dot (interpretate entrambe da Sarah Paulson), le Gemelle Siamesi intrappolate in un unico corpo, ma dotate di due teste autonome e in lotta perenne tra di loro; Jimmy Darling, l’Uomo Aragosta, un giovane dal volto bello e ammaliante, ma dalle mani deformi, che desidera un’impraticabile vita comune, è interpretato da un Evan Peters che, in questi panni, ci regalerà una bella versione di “Come as you are” dei Nirvana; Ethel, la Donna Barbuta (Kathy Bates), la madre di Jimmy, donna gentile e tenace; Desirée (Angela Bassett), la donna con tre seni convinta di essere ermafrodita; Amazon Eve, una donna forte e coraggiosa interpretata dall’omonima attrice transgender.

Come diceva Suor Jude in “Asylum” «All monsters are human». La bontà non si annida necessariamente in un corpo ritenuto dai più piacevole alla vista. La vera crudeltà alberga nell’apparente “normalità”, che emargina e respinge ciò che di “diverso” da essa esiste.

“Non sanno niente di noi. Se ci conoscessero capirebbero che siamo come loro, né peggiori, né migliori. Solo persone normali.” (Jimmy)

Liliana Passiatore