“American Horror Story – Hotel”: la gabbia dorata

Sfarzo, eccesso, sesso e sangue sono le quattro parole che meglio descrivono “Hotel”, la quinta stagione di “American Horror Story”. La regina Jessica Lange abbandona la serie come membro fisso del cast e Ryan Murphy, per sopperire a tale enorme mancanza, fa le cose in grande.

Lo scettro della star viene passato ad un’eccezionale Lady Gaga nei panni della Contessa Elizabeth Johnson, una donna splendida e immortale, un vampiro che uccide per vivere, la matrona dell’Hotel Cortez, un edificio eretto negli anni ’20 del secolo scorso da James Patrick March (Evan Peters), un uomo crudele e perverso.

Oltre ad ospitare la Contessa, l’Hotel Cortez è divenuto nel corso degli anni una vera e propria gabbia dorata per le svariate anime che vi hanno perso la vita e che vi sono rimaste intrappolate, tra cui il suo stesso fondatore.

“American Horror Story – Hotel” fonde la ventata di novità ad un nostalgico ritorno ai vecchi tempi, attraverso numerose citazioni delle precedenti stagioni, prima su tutte “Murder House”, di cui riprende il tema centrale. La stessa struttura architettonica dell’Hotel, nella sua labirintica magnificenza, è un libero richiamo ad uno degli horror più iconici di tutti i tempi, “Shining” di Stanley Kubrick.

Alla reception troviamo Liz Taylor (Denis O’Hare), una donna transessuale sublime ed elegante, e Iris (Kathy Bates), la madre di Donovan (Matt Bomer), l’attuale compagno della Contessa. Quest’ultima lo lascerà per il bello ed enigmatico modello Tristan Duffy (Finn Wittrock); così Donovan, per vendicarsi dell’affronto subito, deciderà di allearsi con Ramona Royale (Angela Bassett), anche lei, come lui, trasformata anni prima in vampiro dalla Contessa.

Quest’amore improvviso e precipitoso giocherà, però, un brutto scherzo alla Contessa, che verrà a sua volta abbandonata da Tristan, il quale si innamorerà di Liz Taylor. Tristan e Liz entrano, a mio avviso, di diritto tra le coppie più belle e autentiche di tutte le stagioni di “American Horror Story”. Il loro fugace momento di felicità, il loro amore sconfinato, che rompe la barriera della morte e dei pregiudizi, il loro sogno di viversi in eterno li rendono personaggi indimenticabili.

Un po’ come in “Asylum”, parallelamente si snodano e si intrecciano numerosi altri filoni narrativi e tematiche sociali. La trama prende anche una sfumatura thriller con il racconto del detective John Lowe (Wes Bentley) sulle tracce di un misterioso killer che uccide le sue vittime seguendo alla lettera i Dieci Comandamenti.

Il finale di “American Horror Story – Hotel” lascia nello spettatore un senso di serenità e quiete. Tutto si conclude in una spirale di sentimentalismo e positività, che è quanto di più lontano ci si possa aspettare dall’epilogo di una serie di questo genere.

In ogni caso, la quinta stagione, tra note positive e qualche difetto, fa comunque il suo dovere e piace nonostante la perdita della sua carica horror. La bravura del cast, le atmosfere sfarzose e le importanti tematiche affrontate hanno dato i frutti sperati.

“Quando il mondo non ti guarda, tu vedi ogni cosa!” (Liz Taylor)

Liliana Passiatore