Amore e inganni: arriva il film ispirato a un racconto giovanile di Jane Austen

Jane Austen torna al cinema, l’1 dicembre 2016, con Amore e Inganni, trasposizione cinematografica del romanzo epistolare Lady Susan, scritta dall’autrice inglese in prima stesura all’età di diciannove anni e poi revisionato nel 1805, undici anni dopo, e pubblicato solo mezzo secolo dopo la morte della Austen.

La pellicola diretta da Whit Stillman e distribuita da Academy Two, vedrà in scena un grande cast, che include Kate Beckinsale, Xavier Samuel, Morfydd Clark, Emma Greenwell, Tom Bennett, James Fleet, Jemma Redgrave.

La trama
Inghilterra, ‘800. Una giovane vedova, Lady Susan, è in ristrettezze economiche e quindi alla ricerca di un marito per sé e per la figlia. Un gruppo di aristocratici infidi e affascinanti, e poi castelli, giardini e proprietà da sogno in mezzo alla campagna, pettegolezzi, molte risate e clamorosi colpi di scena. Questi gli elementi di Amori e inganni.

“È iniziato tutto per puro divertimento, cercavo qualcosa su cui lavorare per puro piacere senza obiettivi precisi”, spiega il regista Stillman. “Nel 1998 vivevo a Parigi ed ero in trattative per un progetto che sembrava naturale non si svolgesse a Londra. Anni dopo ero ancora alla ricerca di un progetto a lungo termine, senza scadenze immediate. Mi sono ritrovato coinvolto negli scritti della Austen per ragioni differenti e sono rimasto sorpreso nello scoprire Lady Susan. Un personaggio eccezionale, ideale per fare da protagonista del mio film”.
In contemporanea, sarà pubblicato anche il libro che il regista del film ha scritto ispirandosi proprio a Lady Susan e rielaborandone la storia in favore della protagonista, come rivela il titolo (fedele all’originale) Amore e inganni. Ovvero Lady Susan di Jane Austen finalmente vendicata.

“Lady Susan” di Jane Austen (riflessioni di Sara Foti Sciavaliere)
In attesa di vedere il film, ho colto l’occasione per leggere il breve romanzo epistolare di Jane Austen, Lady Susan. Era nella mia libreria già da un po’, ma a differenza delle altre opere ultraconosciute scritte dalla brillante penna della Austen, lette e rilette, e anche riviste attraverso trasposizioni recenti o quelle che hanno trasformato le pagine in scene per il cinema e la tv, Lady Susan continuava a guardarmi dallo scaffale di una delle mie libreria, nel suo piccolo volumetto intonso.

Così Jane Austen descrive Lady Susan, la protagonista, attraverso la lettera che Lady Catherine Vernon scrive al fratello, Reginald De Courcy: “Ella è davvero molto attraente, e se tu mi domandassi dove risiede il fascino di una signora non più giovane, dovrei dal canto mio ammettere che di rado ho incontrato una donna bella come Lady Susan. È di un biondo delicato, ha begli occhi grigi e ciglia scure e, dal suo aspetto, nessuno le darebbero più di venticinque anni, anche se in realtà deve averne dieci di più. […] non posso non accorgermi che in lei si fondono, in maniera straordinaria, bellezza classica, grazia e vivacità. Pur non essendoci mai conosciute prima, si è rivolta a me con fare così gentile, sincero e perfino affettuoso che, se non fossi al corrente della antipatia che nutre per me a causa del mio matrimonio con Mr Vernon, avrei dovuto crederla una cara amica. […] È intelligente e simpatica, usa amabilmente tutti i mezzi necessari a rendere piacevole la conversazione e parla molto bene, con una felice padronanza della lingua, che ella utilizza spesso, mi pare, per trasformare il bianco in nero. […]”.

Insomma Lady Susan è presentata senza mezzi termini come un’affascinante manipolatrice. La Austen non ne smorza minimamente i vizi e difetti, lascia emergere la natura di questa donna mostrando il peggio di lei come se fosse la cosa più naturale del mondo. Forse nella sua visione giovanile mette in evidenza, attraverso Lady Susan, lo stereotipo di quelle signore – e nei salotti dovevano essere in molte – pronte a tutto pur di conquistare i favori di un buon partito in grado di offrire una prospettiva di vita più che agiata fatta di gioielli e abiti alla moda ed inviti per gli eventi di maggiore importanza, l’ambizione ad una vita superficiale, di pura apparenza. Questa però doveva sembrare la prospettiva più concreta, perché in fondo Lady Susan non è affatto civetta ma estremamente pragmatica, anche nel trattare la questione della figlia e del matrimonio di lei. Manca di qualunque forma di sentimentalismo, sia verso la figlia che perfino verso l’uomo al quale dovrebbe essere legato da una relazione passionale, Mr Manwaring; unico barlume di sentimento forse è l’amicizia con Alicia Johnson, sua confidente, con la quale ha una stretta corrispondenza in cui si delineano le manipolazioni che tessono le trame della vita salottiera londinese.

Nell’ironia, spesso irriverente, con cui Jane Austen tratta di solito i suoi personaggi, anche quelli più subdoli, o in genere i capisaldi della società della sua epoca, di solito anche gli aspetti più negativi riescono a suscitare un certo sorriso, lasciando comunque che i buoni sentimenti e fanciulle più virtuose abbiano la meglio sull’altrui meschinità. Le protagoniste delle opere più note della Austen non sono certo esemplari di virtù assoluta, sono fatte di luci ed ombre, almeno per i costumi dell’epoca, amano infrangere lo schema della donna vittoriana, ma senza eccessi e conservando comunque aderenza al buon costume e bontà di intenti. In quest’opera giovanile, invece, che dovrebbe conservare ancora una sorta di incantata visione del mondo, si mette in luce una visione cinica della società dabbene e dei soggetti arrivisti e privi di scrupoli che la popolano, facendone di Lady Susan il fulcro, mentre Lady Vernon, che costituisce la nota benevola della trama, si colloca come antagonista, la nemica che ne ostacola il cammino.

Andrò controcorrente, e non se ne abbiano a male le austeniane, ma fra tutte le opere della straordinaria Jane, Lady Susan è quella che mi ha lasciato l’amaro in bocca. Non so cosa di buono, da affrancare, abbia potuto scorgere il regista Stillman in questo personaggio. Forse guardando Amori e inganni, scoprirò una chiave di lettura che ho trascurato affrontando il romanzo. Magari mi ricrederò!