Antologia Salento in Love 2013: la Terra d’Otranto tra storia e romance – recensione

Leggendo i racconti dell’Antologia Salento in Love 2013 non si può non notare come i personaggi reali interagiscano perfettamente con quelli creati dalla fantasia degli autori, in un susseguirsi di avventure, amori, battaglie e scenari da fiaba. Eppure anche questo è il Salento, con i suoi paesaggi mozzafiato e la sua storia turbolenta, dove le credenze popolari si mescolano alle religioni e la gente è un tutt’uno col mare incontaminato.
Cerchiamo ora di conoscere meglio questi cinque racconti di Salento in Love seguendo l’ordine cronologico delle epoche nelle quali sono ambientati.

La Conchiglia dell’amore di Valentina Cardellini presenta un’architettura della trama piuttosto articolata. Si tratta di micro storie concatenate da un simbolo magico – religioso che le accomuna: una conchiglia di straordinaria bellezza “dello stesso turchese del mare e del rosa delle nuvole al tramonto” che, passando di mano in mano, di storia in storia, traccia il filo conduttore dell’amore attraverso i secoli. Conosciamo così il soldato Danhiel e la bella Cornelia, figlia di un generale bizantino. Un amore impossibile ambientato durante la guerra greco – gotica. Dopo un salto temporale ci troviamo alle nozze della contessa Maria d’Enghien con il principe di Taranto Raimondo Orsini del Balzo. Un matrimonio di convenienza che, grazie alla conchiglia, si trasforma in amore vero. Terza micro-storia: 1658, Galatina. Tommaso, un semplice pescatore,  vuole sposare Alba, destinata al velo monacale per ringraziare Sant’Oronzo di aver risparmiato la sua famiglia da una terribile epidemia di peste. Ancora una volta, la conchiglia sarà l’oggetto magico che aiuterà Tommaso nella sua missione: convincere la madre dell’amata ad acconsentire al matrimonio.  Ci ritroviamo poi a Lecce nel 1809. Qui inizia la macro – storia principale che narra l’amore di Fiamma Guadalupi per Khaleel, un artigiano che proviene dalla lontana Africa. Suggestiva la leggenda di Zbami e Dhuna, che  Khaleel racconta a Fiamma per farle comprendere la forza unica del loro amore appena nato. E il messaggio di questa ultima storia è un chiaro invito a riflettere sull’ ipocrisia delle società conservatrici, laddove le differenze di razza e di ceto sociale diventano barriere invisibili contro i sentimenti degli uomini.

È solo lu jéntu, racconto di Elena Taroni Dardi, è ambientato sulla costiera salentina nel XII secolo. Damiano parte per la Terrasanta ma lega Maria Luce, la donna che ama, a una promessa: tornerà  da lei appena avrà ottenuto gli onori e la gloria che tanto desidera.  A simbolo del loro legame indissolubile, Luce regala a Damiano un medaglione a forma di mezzaluna con inciso il suo nome in bassorilievo. Tre anni dopo, nella baia arriva un uomo che si spaccia per Damiano e vuole Maria Luce a tutti i costi. Inizia così un gioco di inganni e fraintendimenti che confonde il cuore della ragazza. Arif, questo il vero nome dell’uomo impostore, è in realtà il fratellastro del giovane Damiano. Innamorato anche lui di Maria Luce, è deciso a sposarla. Quando finalmente Damiano fa ritorno a casa, scopre l’inganno. Ma tra lui e l’impostore scoppia un acceso confronto. Gli eventi  trasportano le attenzioni altrove. La costa è minacciata dall’arrivo dei pirati e Damiano organizza la resistenza grazie anche all’aiuto delle navi degli Altavilla, famiglia alla quale è particolarmente legato dopo le imprese in Terrasanta. I salentini hanno la vittoria in mano e Damiano ottiene un feudo con la nomina di vassallo da parte di Teodora d’Altavilla. L’ambientazione storica è ricostruita con molta attenzione. I due personaggi maschili si fronteggiano in un gioco delle parti che mantiene una forte tensione narrativa fino alla fine, quando l’equivoco finalmente si chiarisce. Maria Luce è una donna del popolo, libera di seguire le sue inclinazioni, proprio perché non vincolata dai doveri della nobiltà. Un’indipendenza che precorre i tempi ma che non risulta assolutamente una stonatura per il modo in cui viene presentata. Originale l’espediente narrativo dell’epilogo che scioglie definitivamente il mistero del falso Damiano. Suggestivi anche i termini in dialetto inseriti nei dialoghi, conferiscono maggiore realismo al racconto. Lo stesso titolo ci ricorda una caratteristica peculiare delle coste salentine, ovvero il vento, che imperversa in tutti i periodi dell’anno.

Il principe del mare, racconto di Sabrina Grementieri, affronta un topos del romance: l’amore per il nemico. Isabella, figlia del duca di Nardò e di una delle sue amanti, vive con la madre nel vecchio castello di Roca. La giovane gode di molta libertà. Lontana dalla corte del duca e dalla sua mondanità, ama esplorare le meraviglie che la natura incontaminata di quel luogo le offre. Come la Grotta della Poesia, dove si reca quotidianamente per fare il bagno, nascosta da sguardi indiscreti e  incurante persino della minaccia dei corsari barbareschi. Questa meraviglia naturale del Salento  è descritta con grande partecipazione. Un tripudio di colori e odori che stordiscono, l’azzurro del mare e pareti di roccia ricoperte di erica e ginestre. Isabella si sente al sicuro in quel locus amoenus, e proprio qui, incontra un pirata, Haydin, bello e pericoloso. Ma l’uomo è lì per conquistare, un nemico terribile da cui si deve solo fuggire. Eppure, fin da subito, Isabella resta incatenata ai suoi occhi verdi e magnetici. Si percepisce dal primo incontro un’intensa tensione che aumenta in un crescendo di avventure e inseguimenti. Lo straniero fa breccia su Isabella e s’impone come invasore nella sua dimora. La ragazza, lottando contro i propri sentimenti, tenta di raggiungere l’esercito di suo padre, ma Haydin non intende lasciarsi sfuggire quella straordinaria creatura, che ormai le si è impressa nel cuore. E il segreto che si cela dietro un oscuro segno a forma di mezzaluna, potrebbe essere la soluzione a ogni problema. Chi sarà il misterioso straniero? Che cosa avrà in comune col re Ferrante d’Aragona?

Il Giardino dei Melograni di Liliana Pasqua Fiume è un racconto pervaso dalla ritmicità e dalla magia. Si respira anche una forte tensione sensuale che si mantiene viva per tutta la durata del racconto. Angelica è un’orfana e una ladra di cavalli. Conosce le proprietà delle erbe e adora i travestimenti. E’ proprio grazie a essi che sfugge alla lussuria degli uomini che, inesorabile, la perseguita a causa della sua straordinaria bellezza. Francesco De’ Monti è un uomo d’armi e abile diplomatico, un personaggio realmente esistito che incarna le qualità dello spirito rinascimentale, razionale e romantico. Quando sbarca a Otranto, si imbatte in Angelica che vuole rubargli il suo cavallo. Un incontro molto intenso che segnerà per sempre la vita dei due personaggi. La bella zingara possiede anche un altro dono: vede in sogno gli eventi che verranno. E riesce a predire in anticipo l’arrivo dei Turchi nel Salento. Sara proprio questa sua dote particolare ad allontanare il nobile Francesco De’ Monti e l’amore che è appena sbocciato. Dopo l’invasione dei turchi Francesco e Angelica si separano per ben due anni. Fatto prigioniero Francesco viene condotto a Costantinopoli come schiavo.  Quando finalmente si rincontreranno, Angelica troverà un uomo cambiato, ferito nell’anima e nel corpo dalla prigionia. Ma De’ Monti non ha nessuna intenzione di lasciarsi scappare quella misteriosa e selvaggia creatura.

Un amore alla corte di Maria di Emanuela Boccassini è ambientato nel 1417. Ci illustra uno spaccato di vita del tempo, descrivendo i luoghi cari a Maria d’Enghien: Lecce e la torre di Belloluogo, dove risiedeva la corte della regina.
Laura è un’orfana, cresciuta in convento. Il suo destino di clausura viene sconvolto da un ordine inaspettato. La contessa Maria sospetta un complotto contro la sua persona e chiede proprio a lei di spiare le mosse del capitano della guardia, Riccardo Acquaviva, principale sospettato.  Ma ben presto, l’animo nobile e affascinante del giovane uomo d’armi, conquisterà il cuore di Laura e la scelta tra amore e dovere metterà a dura prova la sua volontà. Si tratta di uno schema classico del romance nel quale si alterano sentimenti di fiducia e sospetto da parte dei due protagonisti. L’ambientazione storica è ricostruita con estrema dovizia di particolari, molto bello il personaggio di Maria d’Enghien che viene utilizzato come sfondo. Avvincenti i riferimenti alla Divina Commedia: la storia di Paolo e Francesca raccontata da Laura a contrasto con quella di Ulisse, la preferita di Francesco. Il simbolo dell’amore contro quello dell’inganno,  di colui che ha messo l’ingegno a servizio della menzogna e della falsità, a ricordare a Laura il timore e la diffidenza che il capitano suscita in lei.

Anna Gioiosi