Uscito nelle sale italiane il 28 settembre, “Appartamento ad Atene” con Laura Morante, è l’opera prima di Ruggero Dipaola. La pellicola è la trasposizione dell’omonimo romanzo dello scrittore americano Glenway Wescott ed ha già ottenuto 27 riconoscimenti in tutto il mondo. Il lancio europeo era di fatto avvenuto nel novembre 2011 al Festival Internazionale del Film di Roma dove era stato premiato come miglior film nella sezione Vetrina dei Giovani Cineasti Italiani.
Il regista, che nel 1997 è stato vincitore del Premio Speciale Nastro d’Argento per il corto “La madre”, in questo film dà voce alla memoria degli abusi della Grande Guerra attraverso le vicende una famiglia greca, gli Helianos, costretti a sopportare la convivenza con un ufficiale nazista che si insedia nell’intimità delle loro pareti domestica e della loro vita.
Siamo nell’Atene del 1942, occupata dai tedeschi, e la famiglia protagonista delle vicende raccontate da Wescott e Dipaola è quella dell’editore Nikolas Helianos (Gerasimos Skiadaresis), uomo sensibile e illuminato, padre amorevole di Leda e Alex, marito innamorato della sua Zoe (Laura Morante). L’oppressione però dell’invasione nazista varca le porte della loro abitazione nella persona del capitano Kalter (Richard Sammel), che sconvolge la loro quotidianità, imponendo la sua presenza e le sue regole. “Colazione alle sei, in salotto. Cena alle sette in punto. Pulizia quotidiana delle mie stanze. Cambio lenzuola ogni tre giorni”, ordina Kalter appena mette piede nell’appartamento degli Helianos, occupando la loro camera da letto, servendosi del loro salone per i suoi pasti e disponendo libri e sigari nel loro studio.
La presenza dell’ufficiale invece di compattare la famiglia su un fronte comune contro l’aguzzino, finisce per spaccare la famiglia a metà. Da una parte ci sono Nikolas, che si sottomette per prudenza alla tirannide del militare, e la dodicenne figlia Leda, affascinata dal tedesco e dalla sua divisa. Dall’altra parte si schierano Zoe che esegue malvolentieri gli ordini, e il figlio undicenne, Alex, personaggio ribelle, che si rifiuta di riconoscere l’autorità di Kaster al cui volere però è costretto a piegarsi.
Richiamato in patria per due settimane, Kalter si congeda dall’appartamento di Atene per farvi ritorno più gentile e indulgente. Qualcosa di certo sarà accaduto per trasformare quell’uomo ottuso e tirannico, tuttavia gli Helianos possono solo fare supposizioni, finchè un evento stravolgerà ancora una volta la loro vita.
Una pellicola che indaga l’ambiguità dei rapporti umani, un’“ambiguità che spesso portano a logiche imprevedibili – ha spiegato lo stesso Dipaola – come succede nel film tra moglie e marito o tra i genitori e i figli e tra i figli e il capitano”. Inoltre riducendo il campo d’azione della narrazione all’interno dell’appartamento, il regista spiega la sua volontà di andare oltre il contesto storico e “trasformare la narrazione in qualcosa di universale e senza tempo, privilegiando l’indagine del legame tra vittima e carnefice”.