“Beata gioventù” di Vincenzo Galati – Recensione

“Beata gioventù” di Vincenzo Galati edito Oakmond Publishing nel giugno 2019, è una commedia poliziesca ben congeniata e dall’impianto originale, con personaggi divertenti e una scrittura vivace e coinvolgente.

La trama
Protagonisti di questa storia ironica e fuori degli schemi un gruppo di strampalati amici, un po’ in là con gli anni ma con l’entusiasmo di ragazzini scatenati, alle prese con un’incredibile avventura. Tra una partita a carte e un cruciverba, i nostri s’imbattono in un omicidio e nel furto di una vecchia moneta di enorme valore. Capitanati dall’impavida Olga, gli arzilli vecchietti mettono in atto un ingegnoso piano che proverà a trasformarli in intrepidi giustizieri dai capelli d’argento. Ma sulla loro strada si presentano ostacoli e imprevisti di ogni tipo. Riuscirà la sgangherata banda di nonnetti a dipanare il bandolo della matassa.

L’autore – Vincenzo Galati
Genovese, nato nel 1971, vive e lavora a Siena ed è impiegato per necessità, lettore per passione e scrittore per vizio. Ha esordito con “Lo strano mistero di Torre Mozza”, a cui è seguito “Chi non muore”. È fermamente convinto che l’ironia salverà il mondo.

Recensione
“Beata gioventù” è un giallo con tutti i sacri crismi, ma un’atmosfera più distesa da commedia senza perdere il gusto per gli amanti degli intrighi e degli assassini, con una struttura ben articolata di trama poliziesca. I detective del caso, a parte i classici investigatori delle forse dell’ordine, sono una banda di arzilli vecchietti capeggiati da un’effervescente pensionata, Olga Massari, dedita all’enigmistica e alle indagini, queste ultime diventano una faccenda personale nel momento in cui a essere assassinata è una sua amica e lei si trova sul luogo del delitto. Olga dimostrerà di avere intraprendenza e ragionamento lucido, architettando un rocambolesco espediente per incastrare l’assassino e trovare le prove necessarie … una Jessica Fletcher de noialtri potremmo dire, anzi con una marci in più se è possibile, determinata a conseguire il suo scopo, senza dubitare mai nelle sue risorse e nelle sue intuizioni.

Per gli appassionati del genere non ne rimarranno delusi, perché gli elementi ci sono tutti e così come le trame vengono intrecciate, tutti i nodi verranno al pettine. Di certo è diverso dal giallo classico perché non si può non fare a meno di sorridere – se non ridere – di fronte alle vicende dell’allegra compagnia, trattate con accattivante ironia. Un altro tratto interessante del romanzo è una seconda protagonista che non la signora Olga, ma la città di Genova che attraversa l’intera narrazione con i suoi luoghi intrecciandosi con la trama della storia e tracciando nella mente dei lettore delle nitidi immagini della città.

Sara Foti Sciavaliere