Bicentenario verdiano, 1813-2013: Giuseppe Verdi patrimonio del mondo

Il 2013 è l’anno verdiano. Si celebra infatti il bicentenario della sua nascita, che sarà festeggiato, non solo in Italia, ma in ogni angolo del globo, come patrimonio universale dell’umanità.

Il “Rigoletto”, “La Traviata”, il “Trovatore”, il “Nabucco”, il “Macbeth”, l’“Aida”, il “Don Carlo”, l’“Otello”, sono titoli ben noti anche a chi non è assiduo frequentatore dei teatri lirici. Opere la cui fama, dall’Ottocento a oggi, non è mai venuta meno, continuando a riempire le sale dei teatri di tutto il mondo. Chi non conosce “Va’ pensiero”, “La donna è mobile” o “Libiamo ne’ lieti calici”? Tra le più celebri arie di Giuseppe Verdi, sono dei successi planetari per gli amanti della musica, e non solo.

Anche la Germania, impegnata in un altro anniversario d’eccellenza, i 200 anni di Richard Wagner, per il bicentenario verdiano in concomitanza, dedica al genio italiano spazio di grande rlievo nei propri cartelloni. In Austria, invece, la sola Staatsoper ha in programma fino all’estate ben sette titoli con interpreti come Placido Domingo, Rolando Villazon, Roberto Alagna e Simon Keenlyside. E persino il Festival di Salisburgo dell’estate 2013 sarà centrato su Verdi: “Falstaff” (dirige Zubin Mehta, regia Damiano Michieletto), “Don Carlo” (Antonio Pappano, regia Peter Stein), “Giovanna d’Arco” in forma di concerto con Anna Netrebko e Domingo e “Nabucco” in forma di concerto diretto da Riccardo Muti.

In Italia si inneggia il Viva Verdi da un capo all’altro della Penisola per l’intero 2013. Una commissione voluta dal governo per le celebrazioni del bicentenario verdiano è stata dotata di 6,5 milioni di euro. Si parte il 12 gennaio a Parma (dove si annota quasi un culto per il maestro) con “Un Ballo in Maschera”, passando per l’Arena di Verona, e finendo con La Scala che chiuderà l’anno verdiano con l’inaugurazione della prossima stagione, il 7 dicembre 2013, con “La Traviata” diretta da Daniele Gatti. Il teatro milanese prevede inoltre l’“Aida (regia di Franco Zeffirelli, direttore Gianandrea Noseda), il “Don Carlo” (diretto da Fabio Luisi), il “Nabucco” (diretto da Nicola Luisotti, regia Daniele Abbado) e “Un Ballo in maschera”, “Falstaff” e “Macbeth” diretti da Daniele Rustioni, Daniel Harding e Valery Gergiev.

Il logo nell’immagine del post è quello del bicentenario verdiano di Busseto (paese natale di Verdi). Poche linee veloci, uno schizzo. La tuba indossata dal Maestro nel famoso ritratto che gli dipinse Boldini a Parigi (1886) evoca immediatamente l’immagine di Verdi. I colori poi sono quelli tipici di un teatro d’opera (rosso, bianco, oro). Dal 2014 in poi, il logo riporterà la frase “Busseto Terra di Verdi”.