“Breaking Bad” – recensione cult

Vi do il benvenuto nella recensione più difficile che io abbia mai scritto. Difficile per un lungo elenco di motivi.
Guardai le cinque stagioni di questa serie nel giro di un’unica settimana. Una settimana che, all’epoca ancora non lo sapevo, mi sarei ricordata per sempre.
E poi un blocco. Ricordo ancora l’orologio che puntava l’una meno dieci.
Il fermo immagine del muro marrone con la scritta Heisenberg che mi osservava.
Erano gli ultimi quaranta minuti dell’episodio finale. Non sono riuscita a vederli per ventitré giorni.
“Breaking Bad” è una serie tv che rasenta la perfezione e che porterò per sempre nel cuore.

Tutto è spinto ai massimi livelli: la fotografia, la regia, il cast e soprattutto le emozioni.
Ed è proprio quest’ultimo il punto di forza della creatura di Vince Gilligan, il cammino introspettivo dei protagonisti che, stagione dopo stagione, si evolvono e cambiano pelle in base al susseguirsi degli eventi.
Un percorso naturale, tipico dell’essere umano, che arriva dritto allo spettatore senza alcuna forzatura. Preciso come un proiettile nel petto.

Walter White (Bryan Cranston), da professore di chimica del liceo, ha sempre trascorso una vita all’insegna della spiccata moralità. Una morale che, però, non l’ha mai portato da nessuna parte, se non ad avere fregature e nessun tipo di soddisfazione.
Nonostante la sua grande mente e il suo immenso talento, si è sempre visto scavalcare in tutto.

I giorni trascorrono noiosi uno dietro l’altro tra le mille difficoltà familiari, il lavoro poco gratificante a scuola e gli umilianti straordinari in un autolavaggio, fin quando gli viene diagnosticato un cancro terminale ai polmoni.
Dopo il suo cinquantesimo compleanno, Walt decide così per curiosità di andare con suo cognato Hank, un agente della DEA, ad una retata, in cui si scopre essere coinvolto anche Jesse Pinkman (Aaron Paul), suo ex studente nonché spacciatore.
In quell’istante Walt ha come una sorta di illuminazione, apre gli occhi e capisce cosa vuole fare nel tempo che gli è rimasto.
Così convince Jesse a cucinare metanfetamina insieme, con il fine di accumulare denaro sufficiente per garantire un futuro sereno alla sua famiglia anche senza di lui.

Da questo momento in poi Walt (nell’ambiente del narcotraffico conosciuto come Heisenberg), accantonerà il concetto di morale rifugiandosi nella scusa che ciò che sta mettendo in atto, seppur sbagliato, è volto a questa nobile causa: il bene di sua moglie e dei suoi figli.

“Breaking Bad” rimane dentro, destabilizza, confonde lo spettatore. Gilligan, se questo era il tuo obiettivo, ci sei riuscito. Ci sei riuscito alla perfezione.

“La chimica è, tecnicamente… la chimica è lo studio delle sostanze, ma io preferisco vederla come lo studio dei cambiamenti. Ad esempio, pensate a questo: elettroni, loro cambiano i loro livelli di energia; molecole…le molecole cambiano i loro legami; elementi…si combinano e cambiano in composti. Questa…questa è la vita, giusto? Cioè è solo…è la costante, è il ciclo: creazione e dissoluzione, poi di nuovo creazione poi ancora dissoluzione, è crescita poi decadimento, poi trasformazione! Ed è affascinante, davvero!” – Walter White

Liliana Passiatore