“Cabinet of Curiosities”: l’antologia horror di Guillermo Del Toro targata Netflix – Recensione

“Cabinet of Curiosities”, l’ultima creatura di Guillermo Del Toro, è un’antologia horror estremamente affascinante e brillantemente confezionata.

Ciascuno degli otto episodi in cui è suddivisa la serie racconta una storia unica e originale, incentrata sulla paura nelle sue dimensioni più radicate, profonde e ancestrali. All’inizio di ogni puntata, Del Toro si erge a deus ex machina presentando allo spettatore gli inquietanti racconti di otto registi diversi con l’aurea rassicurante e arcana di chi legge una favola della buonanotte.

Il regista de “Il Labirinto del Fauno” perlustra l’intero genere horror e come colto da un atto d’amore e generosità ci omaggia di un piccolo gioiello raffinato con le sembianze di un compendio che racchiude ogni singola tematica tipica del cinema dell’orrore.
Le trame sono complesse, eleganti, ma fungibili, i caratteri ben strutturati e analizzati.

Nell’episodio di esordio, “Lotto 36” di Guillermo Navarro, storico collaboratore di Del Toro, un veterano entra in possesso di un magazzino un tempo di proprietà di un occultista.
L’antologia prosegue con “ I ratti del cimitero” di Vincenzo Natali, una storia claustrofobica che vede protagonista un profanatore di tombe, trascinato nel cuore della terra da un branco di ratti.

Altrettanto macabra è “L’autopsia” di David Prior, che narra le vicende di un medico legale che si imbatte in un cadavere molto particolare. Abbiamo poi “L’apparenza” di Ana Lily Amirpour, in cui una donna insicura che ripugna il proprio aspetto si lascia tentare dal mondo delle televendita di prodotti di bellezza con conseguenze disastrose.

“Il modello di Pickman” di Keith Thomas offre un racconto crudo e demoniaco in cui la bellezza dell’arte si fonde con l’orrore di una realtà splatter e luciferina. “I sogni nella casa stregata” di Catherine Hardwicke vede come attore protagonista un Rupert Grint in splendida forma interpretativa nei panni di un uomo che si avventura in un universo misterioso alla ricerca della sorella gemella, deceduta anni prima.

“La visita” di Panos Cosmatos è una storia distopica in cui un miliardario convoca al suo cospetto i cervelli più brillanti dell’epoca per sondare un grande e incomprensibile mistero.
L’episodio che chiude la serie è “Il brusio” di Jennifer Kent, incentrato sulla tematica del dolore della perdita e il difficile tentativo di superarla.

“Cabinet of Curiosities” è un piccolo capolavoro da non perdere, un prodotto dalle numerose anime e sfumature, in cui il carattere di Del Toro si amalgama alla perfezione con l’individualità e l’identità di ciascun suo collaboratore. L’approccio morbido, ma intenso di quest’opera vi trascinerà in un affascinante turbinio del terrore.

Liliana Passiatore