“Candida rosa” di Simona De Riccardis – Recensione

Pubblicato da Edizioni Esperidi, “Candida rosa” di Simona De Riccardis è un romanzo storico ambientato nella Lecce barocca, con uno sguardo sulle vite dei protagonisti del cantiere della straordinaria Basilica di Santa Croce.

La trama
Lecce, 1619.
Il dodicenne Cesare Penna si congeda dalla famiglia per lavorare nella bottega di mastro Antonio, noto scultore di Terra d’Otranto. Cesare entra in confidenza con la famiglia del maestro e con le tecniche della scultura. Mastro Antonio intuisce il talento artistico del ragazzo e lo avvia agli studi presso i monaci celestini, per i quali sta lavorando ad una maestosa fabbrica, e si impegna a forgiarlo affinché diventi anche lui maestro di scalpello.

Cesare trascorre anni di formazione, dividendosi tra i libri e gli arnesi da scultore, tra le attenzioni di Sara, figlia di mastro Antonio, e il ricordo della nobile Porzia, vista solo una volta e mai dimenticata. Il lento scorrere di quegli anni verrà bruscamente interrotta quando il viso di Porzia si riaffaccerà nella sua vita, scatenando un susseguirsi di eventi rovinosi. I noti scultori Francescantonio Zimbalo e Cesare Penna saranno interpreti, loro malgrado, di una narrazione scaturita in gran parte dalla fantasia dell’autrice ma collocata in un contesto storico reale, quello della costruzione della chiesa (oggi basilica) di Santa Croce, vera protagonista del romanzo.

L’autrice – Simona De Riccardis
Nata a Galatina nel 1973, vive a Lecce, dove ha esercitato per vent’anni la professione legale. Nel 2017 ha deciso di apprendere la toga al chiodo e chiudere con il mondo giudiziario per dedicarsi alle sue passioni, tra cui la scrittura. Con Edizioni Esperidi ha pubbli9cato il suo primo romanzo, “Mani nelle mani” (2018).

Recensione
Nel romanzo storico “Candida rosa” di Simona De Riccardis, la narrazione ruota  intorno al cantiere della fabbrica della Basilica di Santa Croce, entrando nella vita dei personaggi che hanno reso possibile la realizzazione di questo meraviglioso monumento. Con una scrittura fluida seppure ricercata, mai banale e un registro linguistico che richiama i tempi andati, l’autrice di fatto accompagna il lettore a conoscere da vicino, più intimamente, nel loro quotidiano i grandi maestri che hanno operato in quel cantiere (Gabriele Riccardi prima, ma soprattutto Francesco Antonio Zimbalo e Cesare Penna poi), supponendo e immaginando la loro vita (al di là delle notizie storiche sul loro conto, ben scarne in verità) dentro e fuori al cantiere. Ci immergiamo nella loro storia, la loro vita di tutti i giorni, i momenti campali della loro carriera. È affascinante riuscire ad avvicinarsi così a dei personaggi che si conoscono per fama e per le loro opere, e potere in qualche modo accostare le loro vite alle nostre. Abile è stata Simona De Riccardis nell’aver sapientemente mescolato quei dati storici (ben ricercati e rimanipolati) alla funzione della scrittura romanzata, senza lasciare spazio a sbavature narrative e creando una trama credibile e accattivante.

Sara Foti Sciavaliere