“Chi più re di noi: La ragazza che ascoltava i Guns N’ Roses” di Alessio Chiadini Beuri – Recensione

Uscito poco più di un mese, “Chi più re di noi: La ragazza che ascoltava i Guns N’ Roses” di Alessio Chiadini Beuri, è un pittoresco ritratto di un gruppo di studenti e coinquilini nella Bologna universitaria, goliardico e divertente, ma con uno stile originale e un linguaggio sopra le righe.

La trama
Bologna. Una nuova ragazza è venuta ad abitare nell’appartamento sopra a quello di Enrico, Tette’ e Zanna, solo che nessuno l’ha ancora vista.Il primo si è convinto che si tratti della donna della propria vita ed è deciso a incontrarla, il secondo si è offerto di curarne l’irrequieta smania di svegliarli nel cuore della notte facendole assaggiare un po’ del toro da monta qual è, l’ultimo non è sicuro che il fantasma dello zio morto in quella casa la lascerà in pace.Cecilia e Virginia alzano gli occhi al cielo.

“Chi più Re di Noi” è un’epopea urbana dal fragore di una protesta studentesca, il profumo di bomboloni all’una di notte, la vertigine di ogni cosa nuova. Unitevi a questa sarabanda di studenti fuoricorso, confraternite, matricole in cerca di una guida, lezioni di vita in gabinetto e guru dell’amore. Alla fine non sarete più gli stessi.

L’autore – Alessio Chiadini Beuri
«Vivo lo scrivere come un immenso laboratorio: sperimento, tendo verso il limite, provo.
Accumulatore seriale di libri, collezionista di macchine da scrivere, ho sempre con me una Pilot V5 blu e una Moleskine. Scrivo le storie che vorrei leggere. Nato a Forlì nel 1986, ho scritto diverse poesie, un acerbo romanzo di formazione, la prima sitcom cartacea e un romanzo su Max Payne.»

Recensione
Sia nella prefazione che in postfazione, si parla del blog letterario “Chi più re di noi”, dove ogni post costituiva un racconto autoconclusivo ma che diventa parte di una visione d’insieme, le pennellate di un quadro e quel quadro narrativo sarà appunto questo romanzo “Chi più re di noi: La ragazza che ascoltava i Guns N’ Roses”.

«E mentre la storia si srotolava (in continuity, diremmo oggi) rivelava una forma insolita, eclettica, ipertestuale. Le parole si rincorrevano, sì, ma nel farlo corteggiavano anche immagini e musica, film e serie tv, citazioni e rimandi all’immaginario pop-anni ’80. In questo, Alessio è stato un po’ un esploratore. Ha sperimentato quella che gli studiosi Bolter e Grusin chiamano remediation, ossia rimediazione: ciò che accade quando un mezzo di comunicazione “si appropria di tecniche, forme e significati sociali di altri media e cerca di competere con loro o rimodellarli. […]
Chi più re di noi è il compendio finale, l’ultimo distillato di quelle otto stagioni (e svariati spin-off). Un libro che è in parte sit-com, in parte film, in parte videoclip, in parte biografia. Un folle volo, un revival, un viaggio, con tutte le vette e gli inciampi che ogni viaggio comporta. Ed è proprio in questo suo essere una cosa e molte cose insieme – tutte contemporaneamente, senza freni e senza pudore – che forse si racchiude il senso ultimo di scoprire (o riscoprire) oggi Chi più re di noi: il blog che si è fatto romanzo – o che, forse, in fondo romanzo è sempre stato – scritto da un universitario che si è fatto adulto – e che, forse, in fondo universitario un po’ è rimasto.» Sono queste le parole con le quali Marco Guardanti – copywriter, giornalista e compagno di classe dell’autore – introduce il lettore al romanzo di Alessio Chiadini, e dopo aver letto il libro credo che sia difficile trovare parole più adatta per parlarne.

È un romanzo dall’anima profondamente irriverente, in bilico su un ammiccante dualismo tra realismo e surrealismo: si leggono le dinamiche e le vicende che potrebbe essere quelle di qualunque universitario con i suoi coetanei, i locali e gli approcci non sempre fortunati con l’altro sesso, ma allo stesso tempo è inevitabile ridere per la dimensione da macchiette un po’ grottesche dei due amici/coinquilini del protagonista Enrico, Tetteballerine e Zanna e per la fissazione di Enrico di quei passi che di tanto in tanto si muovono sulla sua testa, sono pochi rumori e null’altro e lui ha l’idea che si tratti di una ragazza, della quale pensa perfino di innamorarsi giorno dopo giorno, e si ostinerà in questa fantasia fino alla fine portandoci a un finale inaspettato.

È un paradosso tra una scrittura mai casuale e banale ma al contempo dal tono quasi informale, in linea con il linguaggio colloquiale e giovanile, talvolta perfino sboccato ma per questo più realistico, del resto dei ventenni che chiacchierano tra loro non immaginiamo di certo che parlino come Dante o Manzoni. In questo forse è lo stesso Alessio Chiadini a rendere bene l’idea, nella postfazione: «Diciamocelo bene: Chi più Re di Noi è una grande festa in cui potersi esprimere liberamente e senza paura».

Sara Foti Sciavaliere