ChiscriveSiracconta: Intervista a Rita Pacilio – “Quasi madre”

Dopo l’uscita del romanzo “Cosa rimane” (Augh, Utterson 2021), Rita Pacilio, poetessa di origini beneventane, presenta il suo nuovo lavoro poetico dal titolo “Quasi madre” in cui la sua voce poetica e umana svela, con la delicatezza dell’amore, il profondo segreto dei rapporti psicologici e sociali tra madre e figlia.

L’autrice – Rita Pacilio
Nata a Benevento, nel 1963, è poeta e scrittrice. Sociologa di formazione e mediatrice familiare di professione, da oltre un ventennio si occupa di poesia, musica, letteratura per l’infanzia, saggistica e critica letteraria. Direttrice del marchio Editoriale RPlibri è Presidente dell’Associazione Arte e Saperi. È stata tradotta in nove lingue. Sue recenti pubblicazioni: Gli imperfetti sono gente bizzarra, Quel grido raggrumato, Il suono per obbedienza, Prima di andare, La principessa con i baffi, L’amore casomai, La venatura della viola, Cosa rimane, Pretesti danteschi per riflettere di sociologia, Quasi madre.
https://www.rplibri.it/rita-pacilio/

Abbiamo conosciuto meglio Rita Pacilio e il suo lavoro nella seguente intervista.

Una raccolta poetica che indaga il rapporto madre/figlia: perché questa scelta? Ha influito più l’esperienza professionale oppure quella personale?

Quasi madre è un libro dedicato a un aspetto ben preciso del rapporto madre/figlia. Infatti, la tematica socio psicologica qui affrontata è il modello materno debole o inadeguato, la freddezza o il disinteresse della madre, il legame di dipendenza privo di comunicazione, l’iperprotezione, la rigidezza di ruolo e la mancanza di fiducia nelle possibilità presenti o future della figlia, gli atteggiamenti ipercritici e giudicanti, l’educazione alla vergogna e ai sensi di colpa. Se la madre, figura depositaria dei valori familiari, rappresenta l’emblema dell’amore che dura oltre la morte, in Quasi madre emerge l’ambivalenza del concetto madre. Naturalmente, la mia scrittura ha un profondo senso civile e spirituale grazie alla mia formazione in qualità di Sociologa e di Mediatrice familiare.

In “Quasi madre”, quali sono i versi che rispecchiano più intimamente Rita Pacilio? Perché?

Riporto di seguito un testo tratto dal libro in cui credo emerga parte della mia poetica. La poesia, in generale, mi educa e incoraggia a non temere la debolezza, ma, anzi, a farne una forza per rifondare la comunità dei viventi. La parola poetica si rigenera di continuo, con una forza e una fede che non si arrende: mi interrogo incessantemente sul tempo, sull’assenza, sulla compassione, sul perdono, sulla speranza, sull’amore e sul dolore. Diverse, dunque, le tematiche sottese tra scienza e coscienza: la solitudine e la frustrazione dell’ammalato, l’indifferenza sociale, la dimenticanza correlata ad alcune patologie cliniche che mettono a dura prova quella parte del cervello che custodisce la memoria a breve e a lungo termine, il rapporto madre/figlia e, inoltre, l’amore, in tutte le sue forme, amore come vera e unica motivazione di vita: testamento simbolico e spirituale per l’umanità intera.

La luce benedetta dall’aria si alza
sulla terra nell’ora in cui ringrazio
il fermento dell’universo, baci
accumulati, il tono, il dettaglio
dei giorni, la pioggia che trattiene
un nome in gola e la capacità di amare.
Benedico anche la notte
le radici amare e quelle
che portano nomi stretti in mano.
Benedico il mattino e la stagione
chiara quando rimane
tra i fiori fermi dove riconosco
un’ape e la preghiera dell’erba.
Benedico la ferita nella pupilla
l’acciaio dello sguardo nella pena
durante la guerra in cui danzano
le trecce e i piedi degli anziani.
Fisso il crocifisso disfatto
nei lampi oltre l’oceano:
questi giorni di sole e minaccia
protestano i rendez-vous
nel vecchio motivetto che ancora urla.

Nello stile, c’è un dialogo con i poeti del passato?

Curo molto il linguaggio che per me è la parte fondamentale dello scrivere, tanto da considerarlo primario rispetto allo stesso significato/contenuto. Ritengo indispensabile lo studio sulla parola adeguata al fine di elaborare la realtà attraverso la visione. Leggere molta poesia, soprattutto, rileggere i testi classici, aiuta sicuramente a riconoscere e a definire la propria autentica voce.

Il prossimo lavoro sarà di poesia o tornerà alla prosa?

Dovrebbe uscire il mio secondo romanzo e poi un disco in cui la musica elettronica dialogherà con la poesia. Staremo a vedere.

(a cura di Sara Foti Sciavaliere)