#ChiscriveSiracconta: intervista ad Anna (Susanna) Giancontieri Mele – “L’ineffabile sapore della dignità”

“L’ineffabile sapore della dignità” di Anna (Susanna) Giancontieri Mele, pubblicato da Pegasus Edition, è candidato al Premio Campiello 2021. Abbiamo intervistato per AgorArt la scrittrice siciliana.

-Cosa l’ha ispirata nella stesura di “ L’ineffabile sapore della dignità”?

L’intero romanzo gira attorno alla tematica del rapporto d’amore, affetto o intimità, fra soggetti dello stesso sesso. L’input, che mi ha indotta a trattare tale tematica, è arrivato dal racconto di un ragazzo che dichiarava, in una trasmissione televisiva, la difficoltà a rendere nota ed a fare accettare la propria condizione a causa dei pregiudizi e delle discriminazioni.
Nel romanzo, tuttavia, è stata costruita, attorno a tale idea principale, tutta l’architettura del racconto, ampliata con l’introduzione di altre tematiche. Tali tematiche non risultano, però, estranee fra loro e soprattutto col mio modo di sentire e di pensare, atteso che, in genere, colui o colei che scrive vive intensamente tutti i fatti descritti e riversa sui protagonisti, maschili o femminili che siano, i propri sentimenti, le proprie emozioni, i propri pensieri, ponendosi di volta in volta in quelle situazioni e nelle storie di ciascuno dei personaggi.

-Come ha accolto la notizia della Candidatura al Premio Campiello 2021?

Si spera sempre che il proprio lavoro piaccia all’editore e che possano arrivare altre conferme. Apprendere che il mio lavoro sia stato ritenuto meritevole di concorrere ad un premio così ambito, qual è quello del Premio Campiello, è stato per me motivo di gioia, anche se so che arrivare a sedere fra i finalisti della “cinquina” non sarà cosa facile.

-Cosa c’è (se c’è) di Anna (Susanna) Giancontieri nel romanzo?

Come ho già detto, lo spunto per la stesura del romanzo è reale ed a me estraneo. L’architettura costruita su tale spunto e tutto il resto dei fatti narrati sono frutto dell’immaginazione. Ovviamente, i luoghi descritti nonché alcune situazioni collaterali, sono reali e riconducibili all’autrice che ha cercato di rendere più vicina al lettore l’intera storia, scritta anche in prima persona per favorire una maggiore immedesimazione.

-Crede che la scrittura possa avere un valore curativo, catartico?

Ho letto che Aristotele definiva la catarsi come un fenomeno grazie al quale l’uomo si rasserena dalle proprie passioni violente e perturbanti tramite la poesia e la musica. A mio parere la scrittura creativa, di qualsiasi genere, può avere valore curativo se, e sottolineo se, si vivono dissidi interiori, spesso irrazionali. Tirarli fuori, anche solo scrivendo per se stessi, può servire a liberarsene.
Personalmente, consiglio a tutti la scrittura perché, per me, scrivere è appagante, consentendomi di evadere dai problemi quotidiani per vivere luoghi, situazioni, realtà totalmente diversi.

-Ci sono già nuovo progetti in cantiere?

Sì, certo. Avere sempre altri obiettivi aiuta a non sentire il passare del tempo, aiuta ad immaginare, nonostante i momenti belli già vissuti, che possano essercene ancora altri.

Sara Foti Sciavaliere