Dopo una pausa di due anni dalla sua ultima pubblicazione, Antonella Ferrari torna in libreria e negli store digitali con un nuovo lavoro, edito da Castelvecchi, “Adelaide”, un romanzo storico e d’amore ambientato nella sua Chieti. L’autrice a pochi giorni dall’uscita del libro ha rilasciato un’intervista per AgorART in cui abbiamo parlato proprio di Adelaide.
–Buongiorno, Antonella, e grazie per la sua disponibilità a rispondere alle mie domande. Ho letto il suo commento a proposito dell’origine del soggetto di “Adelaide”, però voglio comunque iniziare da uno dei quesiti classici: come nasce la trama del suo nuovo romanzo?
Buongiorno Sara, grazie a lei dell’opportunità. Adelaide nasce dall’idea di scrivere un romanzo sulla Famiglia Mayo di Chieti, nel periodo della Carboneria. Avevo sentito in famiglia racconti sulle avventure dei componenti di questo nobile casato nelle lotte segrete conto il governo tirannico. Non ho trovato molto materiale sull’argomento, così ho plasmato questa donna, realmente esistita e forte di carattere, come un’eroina dell’800.
–Ritiene “Adelaide” più una storia d’amore d’ambientazione storica o un romanzo storico che privilegia la dimensione emozionale dei protagonisti?
Il romanzo Adelaide nasce come saga familiare, è storico perché ambientato tre secoli fa, poi l’amore ha preso il sopravvento, in modi diversi e trasversali, a 360 gradi.
–Ci può parlare del lavoro di ricerca e di documentazione che è stato necessario per costruire l’attendibilità e l’ambientazione storica del romanzo?
Ho svolto ricerche presso L’Archivio di Stato di Chieti, tra pergamene impolverate e registri dell’epoca. Mi sono rivolta al Museo Fondazione Palazzo de Mayo, sul corso principale di Chieti, dove risiedeva la famiglia, per spulciare tutti i documenti in loro possesso. Per il resto ho controllato sul web, ogni particolare storico, su linguaggio, usi e conoscenze del periodo. Ogni particolare è stato studiato a fondo.
–Nell’infondere umanità autentica ai suoi personaggi, questi hanno luci e ombre: seppure ne è la “madre”, quali sono i pregi e i difetti di Adelaide?
Come una madre amorevole, non trovo difetti in Adelaide. Ho voluto creare questa donna avanti di secoli, indipendente e intraprendente, senza paura e più in gamba di tanti uomini che la circondavano.
–Perché la scelta di una donna in controtendenza con i modelli femminili della sua epoca?
Dai documenti rinvenuti emerge la figura di questa donna reale, colonna portante di questa famiglia così in vista. Da lì ho modellato una donna ideale anche ai nostri tempi, ora che le donne hanno raggiunto le pari opportunità qui in Occidente, ma non in ogni angolo del mondo.
–C’è qualcosa di Antonella Ferrari nella sua protagonista, o in generale in questo romanzo?
C’è sempre una parte di me nei miei personaggi, o quantomeno nel messaggio che voglio diffondere. Isabella che studia all’università, Adelaide, Augusta, sono tutte donne che non subiscono passivamente il loro destino, anzi sono un esempio per tutti.
–Probabilmente è prematuro ancora poter parlare di un possibile nuovo progetto di scrittura, ma magari c’è già qualche idea in cantiere oppure su cosa le piacerebbe scrivere in futuro?
Ho già pronto un nuovo romanzo, L’Isuledda, ambientato in Sardegna, mio luogo del cuore. Anche qui, amori, avventure e cambi di scena a cavallo dei secoli.
Sara Foti Sciavaliere