Coccarde rosse di Annalisa Bari: l’autrice racconta la Storia e le storie del suo romanzo

In una delle presentazioni del suo ultimo romanzo storico, Coccarde rosse, la scrittrice salentina Annalisa Bari ha condiviso con i lettori il suo modo di intendere la scrittura e la Storia, i retroscena di quest’opera dove storia e letteratura, letteratura e vita si mescolano con sapienza.

Senza dubbio la Storia è il tema dominante di Annalisa Bari e il romanzo storico è la sua cifra narrativa. Non una storia, però, fatta di date, eventi o di luoghi che sono punti su una carta geografica, ma la storia di uomini.

“Ho insegnato storia nelle scuole per tanti anni e l’ho fatto con passione, perché la storia racconta l’umanità in cammino – spiega Annalisa Bari nella libreria Fabricamente che sabato 23 marzo, nel suo paese, Campi Salentina (LE), l’ha ospitata per una chiacchierata con Teresa Romano su Coccarde rosse. – Credo che l’anima della storia è nei piccoli uomini. Ho cominciato così in classe non più a spiegarla ma a raccontarla. In fondo, la storia siamo noi. Mi sono sempre chiesta la gente come viveva durante quegli avvenimenti storici che leggiamo nei libri. Il romanzo storico di fatto comporta molta ricerca sugli usi e costumi, sull’alimentazione, l’abbigliamento, le monete, i pesi e le misure. Ed è il lavoro che è stato necessario, così come per gli altri romanzi, anche per Coccarde rosse che parla del brigantaggio, un fenomeno a cui i manuali di storia dedicano mezza pagina”.

“La vicenda si snoda tra il 1860 e il 1863 e la protagonista è Luisa, una brigantessa per caso. Luisa infatti non appartiene al mondo dei briganti, – continua a spiegare la scrittrice salentina, dopo un l’intermezzo musicale di un canto lucano dei briganti eseguito da Piero Simone (chitarra e voce) e Vincenzo Grasso (clarinetto) – è una ragazza istruita, che si ritrova casualmente nel covo di una banda di briganti. Imparerà così a conoscere le ragioni dei briganti vivendo e dialogando con loro, e poi incontra anche l’altro fronte dello schieramento: i piemontesi, i politici del tempo. Ho cercato di mantenermi obiettiva per meglio raccontare la storia fatta di uomini che quegli eventi, per un verso o per un altro, l’hanno subita. Nel romanzo però sono importanti altri due elementi, l’ambientazione e i personaggi. È necessario contestualizzare dove si svolge l’azione, specie se essa avviene in un’epoca diversa dalla nostra”.

“Riguardo ai personaggi, nei miei romanzi non troverete mai particolareggiate descrizioni d’insieme, – chiarisce Annalisa Bari – ma si svelano un dettaglio per volta nel corso della narrazione. Parlando di Gaspare Dragoni detto il Falco, è parco di parole e preferisce esprimersi con le azioni. Nel brigante in genere ci sono due elementi che non vengono mai meno: l’onore e la vendetta. L’onore è sacro e la vendetta è un dovere. Forte è infatti il desiderio di vendetta in Gaspare che ha perso la moglie incinta. È un desiderio umano. Un’idea completa di Falco però si potrà avere solo alla fine del libro, proprio perché si delinea pian piano.
Così come Luisa, una donna intelligente ma impulsiva, che cambia nel corso di Coccarde rosse, costretta ad adattarsi alla necessità del caso. È divisa tra l’amore per il rude Falco e quello per il dolce Edoardo, che rappresenta il rifugio, la sicurezza”.

In genere la lettura di un libro deve molto, o forse tutto, alla presa dell’incipit. Se il lettore è conquistato nella prima pagina proseguirà, altrimenti è facile che il libro venga chiuso e riposto sullo scaffale. Annalisa Bari propone incipit forti, che catapultano subito in una narrazione intensa, e lo rivela anche Coccarde rosse. Con il bianco corredo stesso al vento marzo. Quel corredo ricamato punto dopo punto con la speranza di un matrimonio felice. Una speranza infranta dall’incontro con il futuro sposo, che a Luisa non piace. In lei allora si ribella la sua libertà di scelta. E sulla libertà è costruito questo romanzo, come succede anche in altre opere della Bari.

L’autrice stessa rivela la scelta dell’incipit di Coccarde rosse: “L’incipit deve contenere tutta l’attesa successiva, deve creare atmosfera. Volevo che il lettore capisse subito che si stesse parlando di un altro periodo storico. Cosa faceva una donna nell’800? Ricamava il proprio corredo. Volevo però partire da un’immagine in movimento, volubile, quindi il «corredo sciorinato al vento». Nella prima pagina si racchiude tutto il libro: una ragazza a cui non piace il suo sposo, così fugge. C’è anche del biografico in Coccarde rosse. Il mio bisnonno era un ufficiale della posta a Campi [n.d.r. Salentina] e mia nonna mi raccontava: «Quanto avrei voluto salire su quella carrozza [n.d.r. postale]e andarmene». «E dove?», le chiedevo. «A Taranto» [n.d.r. L’ultima tappa della carrozza postale]. Taranto il luogo più lontano che immaginava, il mare, la libertà quindi. Lo stesso senso di libertà a cui tende Luisa”.

Coccarde Rosse è un romanzo dal ritmo incalzante, che offre ai lettori una protagonista coraggiosa che con caparbietà combatte per realizzare se stessa. La sua fuga dalle costrizioni dei costumi dell’epoca diventano un viaggio di crescita e conoscenza del mondo, in un confronto diretto con gli eventi del suo tempo. Luisa veste panni diversi dai propri, a secondo quanto le circostanze richiedono per poter conservare la propria libertà e non tornare sui propri passi. Questo suo alternarsi di “maschere” che tutelano la vera identità di Luisa, Annalisa Bari gioca su uno stratagemma narrativo, facendo allo stesso modo alternare la narrazione in prima e in terza persona, quasi la protagonista prendesse distacco da sé quando inscena la brigantessa Eufemia e l’istitutrice Anselma. Ma saprà Luisa conciliare il suo desiderio di libertà con la propria vera identità?

Sara Foti Sciavaliere

Recensione_ Sara Foti Sciavaliere, “Coccarde rosse” di Annalisa Bari, in “Ripensandoci.com”, 22 marzo 2013