Pubblicato nel gennaio 2020, nella collana “I fiori” di Prospettiva Editrice, “Come un baco da seta” di Davide Angelo Salvatore è una silloge poetica, una conversazione intima con l’esistenza, una confidenza fatta al sogno e al dolore.
La silloge
Nelle poesie di questa raccolta ci si addentra nella condizione di un’attesa onirica, nella quale la sofferenza non rappresenta altro che uno stadio del cambiamento. Il poeta, attraverso la forza evocativa dei suoi versi, ci regala immagini vivide di sogni e illusioni, dei mali dell’anima e della bellezza della natura, soppesando e incastonando con cura ogni parola affinché la poesia possa superare i limiti della carta e diventare legame.
L’autore – Davide Angelo Salvatore
È nato a Pescara nel 1984 e attualmente vive in Belgio. Ha pubblicato le raccolte di poesie “Sospiri dell’inquietudine” (Prospettiva Editrice, 2002) e “Parole sfumate” (Edizioni Il Foglio, 2003).
Recensione
“Come un baco da seta” è l’ultima raccolta poetica di Davide Angelo Salvatore, comprende componimenti già pubblicati in precedenza in “Immagine Destrutturata” e poesie inedite. Seppure già in parte noto, la nuova sequenze dei singoli componimenti, combinati secondo un differente criterio e arricchiti dalle illustrazioni di Kristi Rama, la silloge così presentata acquista una nuova fisionomia, una nuova prospettiva sulla poetica di Davide Angelo Salvatore, intrisa di un forte componente onirica e visionaria.
Le poesia che si rincorrono in “Come un baco da seta” di Salvatore fanno uso di un linguaggio semplice frammisto a termini aulici, fatto di immagini che sembrano strappate a “sogni”. I versi non seguono gli schemi di rima, ma ricorrono più di frequente ad assonanze (forse più per un caso che per scelta, non riscontrando una marcata formalità nella costruzione dei componimenti). C’è una costante dicotomia tra sogno e incubo, ombra e luce, che parla con una coscienza sospesa in questa in questa dualità. Si percepisce l’inquietudine, ma anche la speranza aperta.
“Come il baco da seta forma il bozzolo per proteggersi durante la metamorfosi, così il poeta rinnova la propria anima attraverso le parole, che, come fili di seta, avvolgono i pensieri e li rendono poesia.” Non trovo immagine migliore di quelle di Salvatore per inquadrare il senso della sua silloge.
Sara Foti Sciavaliere