“Corso base per analfabeti sentimentali” di Rebecca Quasi – Recensione

“Corso base per analfabeti sentimentali” di Rebecca Quasi è un romance contemporaneo del 2017, che ho scoperto per caso solo nei giorni scorsi, attirata dal titolo singolare… beh un libro non si giudica dalla copertina? Non sempre… cover e titolo possono essere un ottimo biglietto da visita, e direi che sia il caso di questo romanzo incalzante, ironico e pieno di sentimenti, malgrado l’“analfabetismo” emotivo della protagonista.

La trama
Per Isabella, anaffettiva militante, il lavoro di badante presso una malata di Alzheimer è il posto ideale: pare addirittura che la signora Paola apprezzi ore di lettura di Tolstoj in lingua originale e lunghe sedute di musica classica.
Potrebbe scivolare tutto in un perfetto e confortante immobilismo, se Isabella non captasse per caso una conversazione riguardante l’affascinante Ettore, figlio della sua paziente… che la spingerà ad avvicinarsi a lui, suo malgrado.

Ma Isabella saprà accogliere la propria emotività? Saprà lasciarsi guidare alla scoperta di quei sentimenti che crede le siano estranei?

L’autrice – Rebecca Quasi
Rebecca Quasi è una signora di mezz’età che scrive per hobby. Ha esordito come autrice self nel novembre del 2017 pubblicando “Didattica del sesso per gufi e zanzare”, un romance contemporaneo al quale ne sono seguiti altri sette. Ha pubblicato poi con DRI Editore il suo primo romance storico intitolato “Dita come farfalle”. Altri suoi romanzi sono: “Dimmi di noi”, “Re Artù, Ginevra, Coso e la sgualdrina”, “Endorfine”, “Cucito addosso”, “Celestiale”, “Il gigante con il violino”.
Nella vita vera è una mamma, una moglie e un’insegnante… non necessariamente in quest’ordine. Rebecca spesso scrive al tavolino di un bar… un bar che spesso compare nei suoi romanzi. È pigra, poco capace di usare la tecnologia.

Recensione
La lettura corre senza intoppi, favorita dal ritmo fluido della storia e dalla prosa asciutta, quasi asettica, quasi tanto quanto l’apparente aridità emotiva dell’anaffettiva Isabella, la stessa scrittura sembra colorarsi con l’evoluzione emozionale della protagonista e il procedere della sua storia che andrà a intrecciarsi con quella di Ettore, e poi del piccolo Paolo.

Come scrivevo anche nel lead del post, a stuzzicare la mia curiosità è il titolo “Corso base per analfabeti sentimentali” e in fondo il romanzo è anche un divertente e sottilmente ironico manuale di istruzione per entrare nel complicato mondo interiore di Isabella e sarà compito di Ettore e Paolo condurre la distaccata Isabella a raggiungere quei sentimenti nascosti e soffocati in una sorta di alienazione emotiva, che le permetteranno di conoscersi più a fondo.

“Corso base per analfabeti sentimentali” è allo stesso tempo tanto vero e genuino quanto per certi versi fiabesco con il suo lieto fine e una morale: l’amore può tutto, anche toccare un cuore chiuso, che appare impermeabile alle emozioni, penetrando le barriere di un’anaffettiva sentimentale.

Sara Foti Sciavaliere