“Drag Race Italia” arriva su Real Time: una scuola di libertà, amore e rispetto

Dal 9 gennaio 2022 sbarcherà sulla televisione mainstream la prima stagione di “Drag Race Italia”, uno show imperdibile dove l’unicità, la grazia e le straordinarie capacità delle queen la fanno da padrone. E quando parlo, parlo con cognizione di causa, perché io non solo ho già visto su Discovery+ l’edizione nostrana di questo spettacolo, ma conosco anche bene il format originale.

Lo guardo da quando è sbarcato in Italia anni e anni fa con il nome di “America’s Next Drag Queen”. A quei tempi ero un’adolescente che non aveva la più pallida idea di chi fosse una drag, di cosa fosse l’arte drag, eppure qualcosa mi ipnotizzò e iniziai a scoprire, tramite la trasmissione, tutto il magico mondo che si nasconde dietro questa appassionante competizione fatta di colpi di parrucche e di Chanel n°5.

Ma in tale sede non mi interessa soffermarmi sui look iconici e sulle grandi risate che le queen italiane mi hanno regalato; e per questo non finirò mai di ringraziarle. Voglio, invece, concentrarmi sul punto ondamentale della questione, che a mio avviso è l’importanza che riveste la messa in onda di uno spettacolo come “Drag Race” nel nostro Paese in questo specifico momento storico.

L’Italia ha di recente letteralmente affossato un disegno di legge contro le discriminazioni e le violenze legate al sesso, all’orientamento sessuale, al genere, all’identità di genere e alla disabilità. Ancora una volta, i diritti elementari e connaturati all’essere umano in quanto tale sono stati calpestati e cestinati in nome di una cultura retrograda, obsoleta e disumana.

L’associazione Rainbow Europe, finanziata dall’Unione Europea, ha redatto una classifica sulla condizione dei diritti delle persone omosessuali, bisessuali, transessuali e intersesessuali in quarantanove Stati. L’Italia esce da questo studio con le ossa rotte. Ci collochiamo al vergognoso trentacinquesimo posto. E allora è chiara l’importanza politica e morale che ha “Drag Race” in un Paese in cui un uomo ha il timore di truccarsi, una donna ha paura di camminare di notte da sola, due innamorati dello stesso sesso hanno paura di baciarsi in pubblico o di passeggiare mano nella mano.

Questo show non parla solo alla comunità LGBT+, ma all’intera comunità di esseri umani aventi un cervello pensante ed un cuore pulsante. Per combattere per i diritti arcobaleno, delle donne e dei disabili non è necessario appartenere ad una di queste categorie. È necessario però studiare, studiare tanto e a fondo la storia che c’è dietro alle battaglie e all’abominio delle discriminazioni e da lì partire, anzi proseguire, insieme e uniti come persone nel nome della rivoluzione.

E perché non iniziare questo approccio allo studio da un programma come “Drag Race Italia”, che nella sua scanzonata leggerezza ci racconta la storia di otto eroine, dalle quali imparare la bellezza della libertà, dell’arte e dell’amore smisurato che non conosce limiti e confini.

E allora grazie fiera Ava Hangar, dolce Divinity, sensibile Elecktra Bionic, inossidabile Enorma Jean, eclettica Farida Kant, coinvolgente Ivana Vamp, schietta Le Riche e inimitabile Luquisha Lubamba per averci preso per mano regalandoci un sorriso e la storia delle vostre vite. Che l’Italia riparta dalle Drag Queen!

E voi guardate “Drag Race Italia” e, come direbbe Priscilla, “nun facit’ strunzat”.

Liliana Passiatore