Edhel: al cinema un fantasy tutto italiano

Arriva domani, 25 gennaio, nelle sale cinematografiche dal Giffoni Festival 2017, Edhel, la pellicola fantasy con Gaia Forte e Roberta, sceneggiata e diretta da Marco Renda, pluripremiato in passato per il suo cortometraggio Sugar Plum Fairy.

La trama
Edhel è una bambina nata con una malformazione del padiglione auricolare che fa apparire le sue orecchie “a punta”, come quelle di un elfo. Affronta il disagio chiudendosi in se stessa e cercando di evitare qualunque rapporto umano che non sia strettamente necessario. La scuola e i compagni, per lei, sono un incubo. L’unico posto in cui si sente felice è il maneggio in cui Caronte, il suo cavallo, la aspetta tutti i pomeriggi così come faceva con suo padre prima che morisse in un incidente di gara.

Edhel vive con la madre Ginevra, con la quale ha un rapporto conflittuale. Ginevra preme perché la figlia si operi, correggendo quel difetto che la separa da una “normalità” convenzionale. Lo desidera per il bene della figlia, affinché possa essere felice come le sue coetanee. L’incontro con Silvano, il bizzarro bidello che inizia Edhel al mondo del fantasy, convince la ragazza della possibilità che quelle orecchie siano il chiaro segno della sua appartenenza alla nobile stirpe degli Elfi. Da quel momento in poi, Edhel inizia a a vedersi con occhi nuovi.

«L’incontro con Silvano, il bidello nerd, sarà l’inizio di una nuovo percorso […] Tra mille dubbi e paure , Edhel , come il film stesso, altalena tra le due ipotesi, tra i due mondi. Quello neorealista, di una semplice bambina che vive un’infanzia difficile, e quello surreale e immaginifico, un mondo mai mostrato nel film, ma sentito, accennato, desiderato, attraverso un bosco, simbolo di un confine che oltrepassato , forse cambierebbe tutto», spiega il regista barese Marco Renda. «Nell’illusione che un altro mondo esista alberga la speranza, la speranza di una nuova vita. Ma alla fine, ciò che conterà realmente saranno i rapporti, gli affetti, e l’imparare ad amarsi, ritrovarsi. In virtù di questa profonda esigenza, poco conta poi se un mondo “altro”, un mondo magico realmente esista. Conta quanto riusciamo ad essere felici, in questo, in quello che scandisce la nostra quotidianità».