Elementary: moderna serie tv su Sherlock Holmes, con Watson in gonnella

Questa sera su Rai2, alle 21.45, il secondo episodio di Elementary, la nuova serie poliziesca made in USA. Il telefilm, per la prima volta sugli schermi italiani, è ispirato alle avventure di Sherlock Holmes, celebre investigatore inglese nato dalla penna di Sir Arthur Conan Doyle e noto per il suo acume e lo straordinario spirito deduttivo.

A pochi mesi di distanza dal debutto statunitense, la Rai ha proposto la scorsa domenica, 13 gennaio, Elementary, che proseguirà al ritmo di un episodio a settimana ogni domenica, e che negli USA è in onda sul network CBS dal 27 settembre 2012 per un totale di 24 episodi previsti per la prima stagione.

Elementary, prodotto da Timberman-Beverly Productions, Hill of Beans Productions e CBS Television Studios, è una rilettura in chiave moderna di un personaggio che ormai rientra nell’immaginario collettivo e che siamo soliti a inquadrare in certi canoni. La CBS però ha proposto un paio di elementi originali: la scena si sposta dalla madre patria britannica dell’Ottocento alla contemporanea New York City e l’assistente di Sherlock è un’affascinante ex chirurgo, Joan Watson, che ha i tratti orientali di Lucy Liu, nota al grande pubblica per aver recitato in film come Charlie’s Angels.

Trama
Dopo essere stato per anni consulente per Scotland Yard e dopo essere uscito da una clinica per disintossicarsi dall’alcool e dalle droghe, Sherlock Holmes (Jonny Lee Miller ) si stabilisce a Manhattan dove accetta di collaborare, come consultive detective, con il New York City Police Department, richiesto dal capitano Tobias “Toby” Gregson (Aidan Quinn), che già lo conosceva da un precedente caso a Londra. Sherlock, come nella più classica delle sue avventure libresche, risolverà vari casi con l’aiuto della logica e del suo intuito, affiancato, suo malgrado, dalla dottoressa Joan Watson. Lei è un ex chirurgo radiata dall’albo tre anni prima e che nel suo attuale lavoro di accompagnamento riabilitativo per tossicodipendenti vede l’opportunità per fare penitenza per l’errore che l’ha costretta ad allontanarsi dal tavolo operatorio. L’inquieto Sherlock è però completamente diverso dai suoi precedenti clienti e Joan si troverà ad affiancarlo nel suo ruolo di consulente per la polizia, scoprendo di avere un certo fiuto per le indagini, mentre Sherlock troverà d’aiuto le sue conoscenze mediche.

Pare che l’idea della trasposizione moderna del classico di Conan Doyle sia stata però scopiazzata dai cugini inglesi. Almeno secondo quanto si racconta in rete, nel 2010 la BBC, la principale rete televisiva pubblica britannica, aveva mandato in onda una serie creata da Steven Moffat e Mark Gatiss intitolata “Sherlock” che racconta le avventure dell’investigatore assai fedele al canone letterario ma ambientate nella Londra dei giorni nostri. La serie registra uno straordinario successo e la statunitense CBS propone a Moffat di farne un remake americano. Moffat rifiuta, la CBS sembra accettare il diniego, ma nasce Elementary.

La CBS potrebbe giustificare le sue “orecchie da mercante” con una specie di ritorno di intenzione: l’idea di trasferire l’azione a New York e l’introduzione di un Watson donna serpeggiava nei corridoi della CBS già dal 1987, quando il network produsse “The Return of Sherlock Holmes”, un tv-movie in cui figurava la prima Jane Watson (Margaret Colin), detective privato di stanza nella Boston dei giorni d’oggi. L’ambientazione contemporanea però, in quel caso, era dovuta al fatto che il leggendario Sherlock Holmes, era l’ottocentesco eccentrico investigatore che si era avventurato nel futuro dopo essersi fatto ibernare in una capsula criogenica in cerca di una cura alla peste bubbonica contratta per colpa di Moriarty.

Sherlock Holmes è di certo un personaggio che non perde mai di smalto, e con le critiche che i retroscena di Elementary si trascina, saprà comunque affascinare il pubblico degli appassionati di gialli?