“Euphoria 2”: afferra la mia mano – Recensione

Oggi torno a parlarvi di “Euphoria”, la serie tv targata HBO, che, dopo una lunga attesa, è finalmente disponibile al completo in streaming su Sky e su NOW con la sua seconda stagione. Il successo globale della prima parte e degli episodi speciali ha aperto a questa creatura le porte della pop culture contemporanea, consacrandola a tutti gli effetti come uno degli eventi più attesi dell’anno.

Non tutti sanno che il prodotto di Sam Levinson è in realtà basato su un’omonima serie israeliana di Ron Leshem e di Dafna Levin. Nonostante ciò, il remake americano ha destato molto più clamore e attenzione dell’originale grazie al suo caratteristico stile narrativo onirico, crudo e corale, alle particolari tecniche di ripresa, oltre al cast stellare che, tra i tanti, vanta nomi del calibro di Zendaya (Rue) e Hunter Schafer (Jules).

“Euphoria” apre uno squarcio limpido e realisticamente brutale sul lato nascosto della Generazione Z, succube dei propri vizi e intenta a colmare carenze con emozioni surrogate e illusorie. La seconda stagione, pur discostandosi sotto alcuni punti di vista dalla prima, non ha deluso le aspettative. I richiami ai grandi classici della storia dell’arte, della cinematografia e della musica fanno da ciliegina sulla torta ad una serie che si conferma essere di qualità.

La narrazione più lenta non disturba perché consente di approfondire maggiormente relazioni e personaggi rimasti in precedenza sullo sfondo. Parallelamente Levinson trova anche il tempo per esplorare ancora più nel profondo il rapporto che Rue ha con le droghe. Questa spirale di dipendenza le farà toccare il punto più basso della sua giovane esistenza, portandola a valicare un limite estremamente pericoloso.

Riuscirà la ragazza ad afferrare la mano che le porge chi la ama? È questo il messaggio che lancia “Euphoria”: se siete in difficoltà, fermatevi, ascoltate chi tiene a voi, non abbiate paura o vergogna di chiedere o accogliere l’aiuto che vi viene offerto.
Non sempre siamo in grado di salvarci da soli.

A volte è bene mettere da parte l’orgoglio e dire “prendi la mia mano perché senza di te non ce la faccio”.
Chi vi ama davvero quella mano ve la stringerà sempre, nonostante tutto.

«Sapete cosa mi piace degli ospedali? Non vogliono sapere se ti sei comportato bene per prendersi cura di te. Non vogliono sapere cosa ti frulla in testa prima di fasciarti il braccio. Le persone così sono rare.» – Rue

«Quando l’ho conosciuta mi sono innamorata di lei all’istante. Detta a voce alta sembra una cosa piccola. Che c’è di più grande dell’amore? La perdita. Forse è proprio questo il punto; non appena l’ho vista ho avuto paura di perderla.» – Rue

«Un altro aspetto della depressione è il crollo del tempo. All’improvviso le tue giornate si fondono per creare un infinito e sof ocante loop. Cerchi di ricordare le cose che ti rendevano felice. Ma lentamente il tuo cervello cancella ogni ricordo che ti abbia suscitato gioia. E alla fine riesci solo a pensare che la vita è sempre stata così. E continuerà a essere così.» – Rue

Liliana Passiatore