“Exodus”: a Lecce l’opera diffusa e partecipata di Nicola Genco

L’autore è l’artista pugliese Nicola Genco in quanto ideatore dell’installazione pubblica e diffusa, ma Exodus è stata realizzata in maniera partecipata, grazie all’apporto dei rifugiati, giovani extracomunitari del progetto “La bellezza dell’integrazione”, con l’obiettivo di promuovere l’inserimento socio-culturale dei titolari di protezione internazionale attraverso pratiche e attività culturali partecipative, in ottica di inserimento lavorativo.

L’opera, visibile già dal 28 agosto 2020, prende il via dal cortile d’ingresso del Museo Provinciale di Lecce “Sigismondo Castromediano”. Parliamo del primo museo pubblico pugliese, fondato dal duca di Cavallino, Sigismondo Castromediano, patriota, letterato, studioso di storia patria e collezionista di reperti: sarà proprio la proprio la sua collezione privata il primo nucleo del Museo Provinciale leccese che ha ormai raggiunto i suoi 150 anni.

L’installazione Exodus – una scultura-barca composta da ottantuno corpi come il numero dei morti della tragedia della Kater I Rades nel Canale d’Otranto nel 1997 (ricordata da un’altra installazione permanente “L’approdo”, visibile nel piazzale del porticciolo di Otranto e realizzata da un artista greco) – è, infatti, il frutto di un laboratorio artistico che ha avuto luogo nelle settimane precedenti proprio all’interno degli spazi del Museo Castromediano e che da qui viene sarà diffuso nello spazio urbano circostante, e dove sarà ancora visibile fino al 10 settembre 2020.

Centinaia di piccole sculture realizzate da Genco e da alcuni giovani rifugiati si fanno strada su viale Gallipoli, viale Lo Re e via Duca degli Abruzzi, nel cuore della città, fino ad arrivare nel chiostro del Convitto Palmieri. “L’opera collettiva è un marasma di sogni, di desideri, tutto ciò cresce giorno dopo giorno”, spiega l’artista. “Ognuno porta con sé la propria storia, a volte drammatica e l’opera è un sunto di tutto questo”.

Sara Foti Sciavaliere