Graphic Novel: dalla carta al grande schermo. “Rughe” di Paco Roca sbarca in Giappone

Il graphic novel di Paco Roca, Rughe, pubblicato in Italia da Tunuè, è diventato un film d’animazione e ora arriva nel Paese del Sol Levante, distribuito dal celeberrimo Studio Ghibli giapponese.

Trama
Arrugas-Rughe racconta la storia di Emilio, un anziano direttore di banca affetto dal morbo di Alzheimer e ricoverato dalla sua famiglia in una residenza per la terza età. Qui apprende come convivere con i suoi nuovi compagni e gli infermieri che li accudiscono, cercando di non sprofondare nella morbosa routine quotidiana. La lotta contro la malattia è sorretta dalla volontà di mantenere la memoria e di evitare di essere portato all’ultimo piano, quello del non ritorno.

Il film d’animazione Arrugas-Rughe è diretto da Ignacio Ferreras ed è prodotto dalla Perro Verde Films. Il graphic novel omonimo a cui si ispira si è aggiudicato premi internazionali e ha venduto 50.000 copie.

Nel 2012 il film, in lizza per la cinquina finale delle nominations agli Oscar, ha ottenuto numerosi premi e riconoscimenti:
Premio Goya (Barcellona): Miglior film d’animazione; Miglior adattamento
Cartoon Movie (Lione): Miglior produzione europea
Cinespagnol Nantes: Migliore opera prima
Premio Mestre Mateo (La Coruña): Migliore direzione artistica; Miglior lungometraggio d’animazione; Miglior musica originale; Migliore sonorizzazione; Miglior sceneggiatura
Stuttgart Festival of Animated Film: Miglior film d’animazione
Festival Anima Mundi (Rio de Janeiro): Miglior lungometraggio per adulti – Premio del pubblico
Ottawa International Animation Festival: Miglior film d’animazione
Japan Prize (Tokyo): Gran Premio Japan Prize; Migliore opera nella categoria “Educazione sociale”
Festival Alcine (Alcalá de Henares): Miglior film – Premio del pubblico

Isao Takahata, uno dei fondatori dello Studio Ghibli, insieme ad Hayao Miyazaki, ha commentato così l’opera di Paco Roca:
«Arrugas ha aperto nuovi orizzonti per il cinema d’animazione. Sia il graphic novel che il film trattano con grande intelligenza un tema che nessuno può ignorare, anche se tutti preferiamo non pensarci: la vecchiaia.

Abraham Lincoln diceva: “Ogni uomo che abbia più di quarant’anni è responsabile del suo aspetto”. Ma quando diventiamo vecchi non è sempre così. Molti anziani conservano un bell’aspetto, con le rughe che diventano i ricordi visibili di un’esistenza lunga e piena. Eppure i volti della maggior parte degli anziani sono privi di forza nello sguardo e conservano a malapena espressione. Sfortunatamente non sono attraenti e fotogenici. Chi mai vorrebbe vedere profili tremolanti, bava, cispa e bocche che masticano? Il cinema, un mezzo d’espressione che che mostra solo le apparenze esterne, può utilizzare le persone anziane solo come oggetti che servono a spiegare la vecchiaia da un punto di vista sociale o familiare.

È invece molto difficile filmare il lato intimo degli anziani e mostrare sentimenti che non affiorano sul volto, come la sofferenza, l’ansia o la rabbia, preservando la dignità. Quel poco che ci comunica il loro aspetto non serve. Penso che ricorrendo al disegno animato, che usa una forma espressiva piana e poco adatta a rappresentare i sentimenti, Arrugas è riuscita a superare una grande sfida. Senza tralasciare la gravità di quel che accade agli anziani fisicamente e mentalmente, riesce a darci una descrizione ironica e affettuosa. Sentiamo empatia e ci immedesimiamo nei personaggi accettando le loro assurdità e la loro tenerezza. Ci rendiamo conto che i protagonisti di Arrugas non sono facili da capire, ma così sono gli anziani che abbiamo intorno nella vita reale e così saremo noi in futuro. È un’idea che ci terrorizza eppure ci tocca da vicino.
In quanto anziano e in quanto persona che lavora con i disegni animati, non posso che esprimere tutto il mio rispetto verso un film come Arrugas ».

L’autore – Paco Roca
Narratore che disegna e illustratore che racconta, Paco Roca ama presentarsi così: «Mi considero uno di quei privilegiati che sono riusciti a realizzare il loro sogno infantile. Fin da piccolo volevo fare il disegnatore e oggi lavoro sia come illustratore che come fumettista».

Dalla stampa e dalla pubblicità, Paco Roca (Francisco Martínez Roca, Valencia, 1969) entra nel mondo del fumetto lavorando per la rivista per adulti El Víbora. Dopo Gog, sceneggiato da J.M. Aguilera, nel 2001 pubblica il suo primo graphic novel, Il gioco lugubre (ed. Tunué 2013), un’interpretazione personale e perturbante di uno dei personaggi più noti e apprezzati dell’arte surrealista, Salvador Dalí: la presunta testimonianza di un collaboratore del pittore catalano fornisce il pretesto per rileggere in una chiave nuova alcuni degli elementi distintivi dell’arte del pittore catalano – la follia come metodo di lavoro, l’amore come gioco di potere e pulsione di morte, il sogno come incubo ricorrente – fino ad ottenere un nuovo ritratto dell’artista, la sua metà oscura.

Dopo il mito di Dalí, Paco Roca decide di guardare al mondo di oggi e a uno dei suoi tabù: un’operazione coraggiosa che porta a Rughe (2007, ed. Tunué 2008). La vecchiaia e l’Alzheimer sono una tragedia che provoca dolore e lacrime, ma sono parte della vita e, visto che tocca affrontarli, è bene farlo con dignità, senza rinunciare a ridere. Molti hanno apprezzato questo graphic novel, profondo e leggero, poetico e mai retorico, doloroso, ma anche incredibilmente ironico.

I lavori di Paco Roca mostrano un altro forte interesse: l’attrazione verso epoche, ambientazioni e immaginari lontani dal proprio presente. Egli prosegue ricerche di diverso tipo, con curiosità e spirito eclettico, con convinzione e professionalità, ma anche con grande franchezza e consapevolezza dei propri limiti. Dopo i premi e gli applausi, Paco Roca è ancora lì, come in una delle ultime vignette della sua autobiografia, Memorie di un uomo in pigiama (2011, ed. Tunué 2012), seduto in pigiama al tavolo da lavoro, aspettando che gli venga in mente una nuova idea.

Se vuoi conoscere il lavoro di Paco Roca, vai al blog ufficiale italiano