Il labirinto ai confini del mondo: Marcello Simoni parla del suo romanzo e di scrittura

Ieri, tra gli autori presenti alla Città del Libro 2013 a Campi Salentina (LE), anche Marcello Simoni per Newton Cmpton con il suo ultimo romanzo, Il labirinto ai confini del mondo.

La trama
Napoli, 1229. La scia di omicidi lasciata da un pericoloso e sfuggente cavaliere costringe l’inquisitore Konrad von Marburg a indagare sulla setta dei Luciferiani, devota a un antichissimo culto astrale. Suger de Petit-Pont, un magister medicinae cacciato dall’università di Notre-Dame, si trova suo malgrado coinvolto nella vicenda, attirando su di sé i sospetti di von Marburg.

Non sarà tuttavia l’unico a cadere nelle sue mani desiderose di assicurare un colpevole alla giustizia divina: il mercante Ignazio da Toledo, giunto infatti a Napoli per vendere una reliquia, accenderà i sospetti dell’inquisitore, fino al punto da essere ritenuto addirittura a capo dei famigerati Luciferiani e responsabile di tutti i delitti.

Trovare una via d’uscita e dimostrare la propria innocenza sarà un’impresa ardua: Ignazio inizierà una impervia ricerca, che lo spingerà nel sud d’Italia, fino in Sicilia, alla “Corte dei miracoli” di Federico II. Il mistero sulla temibile setta si cela forse tra le mura del palazzo imperiale? E cosa nascondono i Luciferiani di così prezioso da valere il sacrificio di tante vite?

L’autore si racconta
Il labirinto ai confini del mondo non è un luogo fisico bensì un’idea” ha spiegato Marcello Simoni, che è stato insignito del Premio Bancarella 2012 per Il mercante di libri maledetto, primo “capitolo” della saga del mercante di reliquie Ignazio da Toledo. “Il labirinto ai confini del mondo è il primo titolo di cui sono pienamente contento, dopo aver avuto la meglio in un lungo braccio di ferro con l’editore”.

In questo romanzo rispetto ai precedenti sono presenti personaggi storici molto noti, oltre allo Stupor Mundi Federico II, soprattutto il filosofo e alchimista scozzese Michele Scoto attivo presso la corte federiciana in Sicilia. Lo stesso Simoni si è soffermato a parlare agli studenti su questo personaggio: “Michele Scoto è una personalità oscura, ma anche un personaggio affascinante. Non amo i personaggi dalla bianca armatura, ma quelli imperfetti, capaci di errori e  per questo più autentici. Michele Scoto fu comunque un uomo di grande cultura, soprattutto in un’epoca in cui i libri non erano diffusi”.

Su Vanity Fair le atmosfere dei romanzi di Marcello Simoni sono state paragonate a quelle de Il nome della rosa, ma lo scrittore di Comacchio ha replicato: “Mi discosto dalla linea narrativa di Umberto Eco, che sembra di voler dimostrare quanto sa… ritengo che sia uno straordinario saggista ma un pessimo narratore”.

Credo, anche da lettore, che sia importante saper scrivere un romanzo storico senza annoiare. In questo è essenziale il ritmo, come nella musica. Un ritmo incalzante nella narrazione non permette al narratore di annoiarsi” continua Simoni.

Marcello Simoni non è solo autore di romanzi, ma anche di short stories. Come concilia i due tipi di scrittura? “Quando si compra un romanzo, si leggono almeno le prime pagine per capire se ne vale la procedere nella lettura. Il racconto invece è spietato, perché l’impatto si riduce nelle primissime righe. Voglio dare un consiglio a chi vuole intraprendere la carriera di scrittore: usate i racconti come palestra”.

Intanto, Simoni ha svelato che è in lavorazione una trilogia. La sua prossima opera sarà ambientata nel 1300, tra Francia e Italia, in una nota abbazia. Il protagonista è un cavaliere, Mainardo di Roccabruna, che al termine di una sanguinosa battaglia in territorio francese riceve dalle mani del re morente una pergamene stretta in un anello. Quella pergamena lo porterà a intraprendere il viaggio che lo porterà in Italia.

E in attesa del suo nuovo romanzo, forse ha rivelato anche qualche altra anticipazione per il futuro. Alla provocazione del giornalista Raffaele Polo, moderatore del dialogo con lo scrittore: “Possibile che in un tuo romanzo tu non abbia mai inserito il Salento?”, Marcello Simone ha risposto: “Avendo iniziato a parlare di Turchi ne L’isola dei monaci senza nome non è detto che in un prossimo romanzo, magari un sequel, non faccia una tappa a Gallipoli”.

Booktrailer_Il labirinto ai confini del mondo

Estratto_Il labirinto ai confini del mondo

Sara Foti Sciavaliere