Il romanzo di Vanessa Diffenbaugh, Il linguaggio segreto dei fiori, edito in Italia da Garzanti, è un fenomeno editoriale senza precedenti. È stato conteso dagli editori e venduto in ventisette paesi, con aste agguerrite e cifre record.
Trama
Victoria è un’outsider. Abbandonata alla nascita, è cresciuta tra famiglie adottive e la casa d’accoglienza. Compiuta la maggiore età però è il momento di muovere da sola i suoi passi nel mondo. Dovrà fare i conti con il suo passato fatto di rifiuti, umiliazioni e tanta frustrazione che l’hanno resa solitaria e incapace di accettare il contatto fisico.
Entrare in relazione con gli altri è per Victoria una vera impresa. Ha paura di amare e lasciarsi amare. L’armonia del suo mondo si circosrcive nel perimetro del suo giardino segreto – e abusivo – nel parco pubblico di Portero Hill, a San Francisco. I fiori, di cui si prende cura e che conosce come intimi amici, sono il suo rifugio e la sua voce. È attraverso il loro linguaggio che Victoria comunica le sue emozioni più profonde: la lavanda per la diffidenza, il cardo per la misantropia, la rosa bianca per la solitudine.
La protagonista de Il linguaggio segreto dei fiori non ha avuto una vita facile e significativo della sua vita è l’incontro con Elizabeth, l’unica vera madre che abbia mai avuto, la donna che le ha insegnato il linguaggio segreto dei fiori. Fatti drammatici le hanno separate ma il dono di Elizabeth sarà per Victoria il mezzo per prendere la propria vita, alla deriva, finalmente in mano.
Lavora come fioraia e i suoi fiori sono tra i più richiesti della città perché curano l’anima. Ogni persona, ogni storia, ogni circostanza ha un fiore e Victoria ha lo speciale intuito riconoscere quelli adatti a ciascuna occasione, rispondendo ai desideri e ai bisogni più intimi della che si rivolge a lei. La ragazza tuttavia non ha ancora trovato il fiore in grado di rimarginare la sua ferita. Il suo giovane cuore, infatti, sopporta da tempo il peso di una colpa segreta. L’unico in grado di estirparla è un ragazzo misterioso, Grant, che sembra sapere tutto di lei. Solo lui, capace di toccarle il cuore con lo stesso linguaggio dei fiori che lei tanto ama, può riuscire a strapparla alla sua solitudine facendole conoscere l’amore e la passione, prendendosi cura delle sue radici fragili.
Il linguaggio segreto dei fiori è un romanzo intenso che, con stile lineare ed essenziale, riesce a far incontrare vari sentimenti umani, l’amore, la gelosia, le paure, l’amicizia, l’amore materno. È una storia di coraggio e di speranza, che mostra la forza dell’amore più vero, quello imperfetto e senza radici, capace di superare i propri limiti e che dà senza pretendere nulla in cambio.
Vanessa Diffenbaugh ha saputo mescolare sapientemente l’esperienza personale – la scrittrice è anche lei una madre adottiva – e la creazione letteraria, unite dal filo conduttore dell’affascinante e misterioso codice comunicativo vittoriano dei fiori, ormai abbandonato nel dimenticatoio.
La narrazione si snoda alternando il presente di una vita senza pretesa e senza impegni a un passato di ricordi su cui si proietta sin dalle prime pagine un’ombra oscura e misteriosa. E nonostante i personaggi de Il linguaggio segreto dei fiori siano titolari di storie tormentate, Vanessa Diffenbaugh evita di cadere negli eccessi dei toni melodrammatici, lasciando scoprire pagina dopo pagine la crescita emotiva della sua protagonista e riuscendo a lasciare un’impronta positiva nel lettore. Per essere amati bisogna sapersi abbandonare all’amore, con fiducia.
Sara Foti Sciavaliere