Sabato 27 giugno ore 18.30 presso la Galleria Arte in Regola, a Roma in Via dei Cappellari 92, si terrà il vernissage dell’artista Letizia Cucciarelli Migliorini. Un appuntamento con l’arte da non perdere per conoscere “Il mondo di Letizia” suddiviso in due filoni creativi “i Mayagods sono arrivati a Roma”- “Ho ancora le ali”, un incontro speciale quello con Letizia Cucciarelli, un’artista poliedrica, ispirata e attraversata da visioni creative. La mostra sarà visitabile dal 27 giugno al 18 luglio 2020.
“L’energia attraversa gli artisti che sono un mezzo di trasmissione – confida Letizia Cucciarelli – quando le mani affondano nella terra sono le unghie o piccoli arnesi appuntiti che mi hanno aiutato: non mi ha insegnato nessuno ma la gioia nel bisogno di esprimermi a volte sono diventati una sorta di trance”.
-Nelle sue sculture un forte richiamo al cubismo?
Il richiamo è all’arte sincera, vera che provoca domande e sfiora gli aspetti totali dell’uomo, molto semplici e complessi a seconda dell’angolazione. Se vivesse Freud ora nella sua sala di attesa in Bergtrasse i pazienti sarebbero assorti con lo sguardo allo smartphone, perché le ansie umane non sono guarite nemmeno oggi, anzi accentuate dai bisogni mai appagati. Per questo le avanguardie ed i movimenti del primo ‘900 parigino sono ancora vivi per me e per molti altri artisti che comprendono l’importanza dell’autenticità ed a questa si attengono rigorosamente non copiando e lavorando in profondità fino a suscitare la scintilla. Il cubismo come il surrealismo non sono riproducibili, il cubismo è frutto di studi e di analisi soggettive che danno origine all’essenza pura, a scomposizioni ed incastri dove l’artista opera come psicologo, architetto e filosofo, fotografo di una struttura complessa anima e corpo sempre in movimento, dove si è obbligati ad entrare.
-Quanto riesce a esprimere attraverso la scultura?
La scultura è un’esperienza completa che assorbe il corpo e la mente è un crogiuolo di sensazioni quando le mani affrontano i primi gesti e la testa lavora in 3d e non si può sbagliare perché lei non ti perdona, comincia una danza d’amore, quasi erotica io la voglio e lei si oppone poi lavorandola si ammorbidisce e dopo mi cerca, mi richiama per poi ritrarsi ed essere ostile nei particolari e nella sua pesantezza che rischia tutte le volte di mandare all’aria tutto. Quando creo divento come una primitiva e stento anche ad andare in bagno perché devo interrompere quell’abbraccio intrigante senza regole in cui il ritmo può salire alle stelle e poi scendere al tormento in cui maledico di avere iniziato, ma non mollo mai”.
-Un lungo percorso che culmina con una importante mostra personale a Roma, che cosa si aspetta dal pubblico romano?
Questa è un’esperienza di umiltà che è il primo passo verso la perfezione e verso Dio. Un percorso spirituale non può non passare per Roma, dove trascorrevo la festa “de noantri” da ragazzina, dove i miei amici cantautori mi svegliavano suonando la cetra, amo Roma ed i romani e vorrei trasmettere l’amore e la passione che mi sono stati concessi così come la forza e l’energia di affrontare gli scogli della vita come Ulisse. Voglio trasmettere coraggio e curiosità, autentici strumenti per leggere il nostro momento attuale così complesso e sono entusiasta degli incontri che farò, tutti speciali perché così sono i romani capaci di sorrisi che riempiono l’anima e così dolci come l’aria friccichina. Mi aspetto di conoscere ancora meglio i loro cuori ma sono loro che dovranno uscire dalle mie creature con un dono in più. Questo mi aspetto”.