“Anything” è il primo album degli Hiroshi, la band marchigiana già impostasi all’attenzione del pubblico e degli addetti ai lavori con la vittoria dell’Homeless Rock Fest nel 2015 e con l’EP omonimo “Hiroshi” nel 2016. Nel suo nome possiamo ritrovare tutto ciò che c’è dietro all’album: “Anything” in inglese vuol dire ‘ogni cosa’ e ‘niente’, a seconda del contesto in cui la parola viene utilizzata.
“Anything” nasce come un collage di memorie infilate in una catena, il concept è quello del frammento. Come le foglie di un oracolo, che venendo spostate dal vento mostrano la multiformità delle parole e dei significati al viandante incerto.
“Anything” parla di crescita, di evoluzione. È qui che spunta l’anima più autobiografica di un gruppo di giovani, che alla fatidica soglia dei trenta si trova in bilico fra bilanci e nuove speranze, conscio che trovare un posto in quest’era di costante cambiamento può essere più complesso del previsto.
In questo scenario da racconto di formazione, le parti vocali e i testi (in inglese) si muovono tra l’autobiografico e l’immaginifico, non assumendo mai il centro della scena: rimangono soffusi, riverberati, uno fra i tanti strumenti che compongono il tutto.
La crescita e l’evoluzione si riflettono anche nella struttura evolutiva che caratterizza i brani, che difficilmente si presentano nella tradizionale forma strofa ritornello, pur avendo un testo, evolvono da un punto A ad un punto B, accompagnando l’ascoltatore in un viaggio, lo stesso vissuto da chi ha scritto il pezzo.
“Anything” costruisce la sua identità prendendo spunto da una vasta gamma di suggestioni musicali: dal mondo cinematografico allo shoegaze anni novanta, dal punk alla scena alternativa anni ‘80 fino all’elettronica dei primi Anni Zero, si pone come un mix dei background musicali dei singoli componenti degli Hiroshi, molto diversi fra di loro ma al contempo complementari.
Come in una strana premonizione l’album è nato e cresciuto sia in presenza che a distanza, è stato concepito separatamente, fra Italia, Olanda e Stati Uniti, abbozzato per corrispondenza, per poi essere totalmente stravolto e levigato fino all’ultimo dettaglio dalla band, una volta riunita in sala prove.
È stato infatti nell’amalgamare ogni componente, ogni sfumatura, ogni singolo beat la sfida più grande per un lavoro che trova nel contrasto un elemento chiave della sua genesi:
L’album è stato anticipato, nei mesi di ottobre e novembre 2020, dai singoli “Days” e “Run Ran Run”.
Chi sono gli Hiroshi?
Nati a Fermo durante un piovoso Marzo del 2015, gli Hiroshi. sono Luca Torquati, Lorenzo Renzi, Nicolò Bacalini e Alessio Beato.
Il suono degli Hiroshi. è una combinazione di elettronica, shoegaze e dream pop. Un continuo amalgama e una contrapposizione tra freddi glitch digitali e calde sonorità analogiche. Nel Novembre 2015 la band vince l’Homeless Rock Fest, uno dei più importanti contest musicali della regione Marche. Nel Gennaio 2016 la band pubblica il suo primo EP, 宏, ed inizia a suonare in vari club e festival marchigiani.
“Anything”, il loro debut album, è stato pubblicato l’11 dicembre 2020 da Nufabric Records.