Il suo singolo “Inheritance”, estratto dall’ultimo progetto discografico “Rebirth Project”, è in rotazione radiofonica e ho intervistato Bruangel, alias di Brunella Angela Mazzola, per raccontarci di lei e della sua musica.
–Come nasce Bruangel?
Il connubio dei miei due nomi ha dato un’identità alla mia arte compositiva autobiografica. Dopo anni di live di ogni genere che mi hanno sempre più indirizzato sul mio stile, ho voluto dar vita musicale a poesie e scritti nel cassetto da tempo. MUD il primo videoclip uscito a maggio 2019 curato dal photographer Luca Coassin, il cui ritornello racconta “L’acqua intrappolata trova sempre un varco, ora sono un passero nell’uragano ma non ha importanza, la pioggia lava il fango dalle piume e… rinasco” è la mia figura autobiografica pià autentica.
–Parlaci del tuo singolo “Inheritance”?
È l’eredità di mio padre, cioè l’amore per me stessa. Non è facile gestire incomprensioni ed atriti con chi ci somiglia di più, ed il suo amore che ho sempre sentito “in differita” si è amplificato sempre più, anche dopo la sua partenza per una lunga malattia. Il messaggio di tenerezza presente nella ballata in cinque quarti del videoclip credo sia di grande forza: un inno alla continuità ed all’abbraccio autentico con chi amiamo, che in questo periodo forse ci manca un pochino.
–Qual è l’insegnamento fondamentale che hai ereditato da tuo padre?
Perseveranza, serietà nel lavoro ed una impressionante voglia di vivere che in realtà vorrei avere in ogni momento di ogni giornata! Sicuramente l’amore che un genitore prova sempre per un figlio andrebbe più compreso nella sua immediatezza. Anche se non è stato proprio così durante la nostra vita, quello che ora ricevo è una cosa grande.
–Dicci qualcosa del tuo lavoro “Rebirth Project”.
Si sta sviluppando, deve realizzare ben 15 brani che ora sono tradotti in un EP contenente sei canzoni di sapore molto differente. Credo che ogni attimo sia una rinascita e lo è anche quello che stiamo vivendo in questo momento con l’attuale calamità naturale che ci ha raggiunto, coinvolto. Può essere un’occasione per poter sorreggere, raccontare, condividere sensazioni, e meravigliosamente scoprire la via giusta per ognuno di noi che abbiamo ricevuto questo regalo di riflessione, da cogliere e sviluppare.
–Raccontaci un po’ di te e della tua passione per la musica.
Come ogni passione è innata, la trovi dietro ogni angolo del tuo percorso a sorreggerti ed a farti stare bene. Mai avrei pensato che diventasse un vero lavoro, eppure da più di 25 anni non faccio altro. I meravigliosi live, l’immensità dell’insegnamento e della formazione negli allievi ed in me stessa, soprattutto la vocalità che mi sono ritrovata a sviluppare dopo un infortunio come danzatrice. Tutti linguaggi che fanno parte di noi, la vibrazione nel DNA di ogni essere. Ringraziandovi per questa bella intervista colgo l’occasione per ringraziare tutti i mie ascoltatori… io li chiamo conviventi!!!
–Come vedi la musica in questo contesto socio culturale?
Mette sicuramente molto alla prova. Credo che ognuno di noi musicisti debba rimanere autentico nonostante tutto, cercando di ricaricare forza, saggezza e buon senso proponendosi in maniera totalmente vera, perché il pubblico comprende sempre tutto. Credo ci sia solo da capire, anche facendosi aiutare dagli esperti, il mezzo migliore per arrivare direttamente all’orecchio altrui…
Civins