Intervista – Domande “sComode” a Cavallini

Fresco di esordio con il singolo “3 maggio 2020” (Rivertale Productions), Cavallini – alias Matteo Cavallini – è in radio e disponibile in digitale. Il brano è stato scritto durante il lockdown, specchio del momento storico e ho voluto scambiare quattro chiacchiere con il cantautore in questa intervista.Ciao Matteo.

-Come nasce il singolo “3 maggio 2020”?

Ciao Civins. Guarda, il singolo nasce esattamente il giorno del titolo, il 3 maggio. Era l’ultimo giorno di fase 1. Nasce dalla voglia e dall’esigenza di esprimere tutte quelle emozioni che provavo in quello strano e difficile periodo. Se vogliamo dirla tutta,nasce anche come una scommessa, la prima strofa era in realtà un mio messaggioa un gruppo Whatsapp di amici e uno di loro mi ha “sfidato” a farne una canzone. Sfida immediatamente accettata, come dicevo prima, la voglia di esprimere quello che provavo non mancava e nemmeno il tempo, dato che ero chiuso, murato, in casa.

Cosa vuoi portare al pubblico con questo brano?

Credo che tanti abbiano provato quello che ho tentato di tradurre in musica. Lo spaesamento di fronte a una situazione terribile e impensabile fino a qualche mese prima, la paura, la noia, la speranza e la voglia poter tornare alla normalità al più presto, magari già dal giorno dopo, con l’avvento della tanto agognata fase 2. (“Da domani scateno l’inferno”). Forse quello che mi mancava di più in quei giorni era il poter vedere le persone che amo, i familiari, gli amici. Nella canzone questa voglia di socialità e convivialità è espressa attraverso la mancanza del bar.

Parlaci un po’ di te, come nasce la tua passione per la musica?

È una passione che nasce quando avevo circa otto anni, quando ho cominciato a cantare nel coro de “ I Minipolifonici della città di Milano” a cui sarò sempre grato. La voglia di cantare e esprimermi con la musica non mi ha più abbandonato, ho studiato canto, mi sono diplomato alla Nam di Milano ho iniziato scrivere canzoni e a suonare nei locali già nei primi anni del liceo, con diverse band di differenti generi musicali. Ora con la mia band, i The Squirters , canto e suono la chitarra acustica, portando in giro uno spettacolo rock’n’roll/country anni ’50, tra cover dei mostri sacri e brani originali. Il progetto CAVALLINI, che poi è il mio cognome, di cui 3 maggio 2020 è il primo singolo, nasce per potermi esprimere liberamente come cantautore, senza alcun vincolo di genere musicale.

Quali sono i tuoi artisti di riferimento?

I miei ascolti sono sempre stati molto vari, punk, pop, rock’n’roll, country, rap, davvero di tutto, se una canzone mi piace, mi prende e basta, l’emozione non ha genere per me. Per fare un esempio l’anno scorso a distanza di pochi giorni, ho visto live i NOFX e Bobo Rondelli. Ho i miei idoli, Johnny Cash su tutti. Cavallini però, penso che canterà sempre in italiano, perché è in italiano che posso esprimermi meglio nella scrittura dei testi. I miei riferimenti per quanto riguarda la musica italiana sono i grandi cantautori del passato, che ho ascoltato davvero tanto, come Battisti, De Andrè, Dalla, Graziani, Rino Gaetano ma anche il primo Vasco e Zucchero. Ascolto e cerco di conoscere anche cose nuove eh, come Calcutta e il filone indie italiano, mi piacciono molto i testi e gli arrangiamenti di Willie Peyote.A seconda di quello che vorrò dire in un brano prenderò ispirazione e utilizzerò il linguaggio, il genere che meglio mi permetterà di esprimerlo.

Come vedi la musica in questo contesto socio culturale?

La musica è ovunque, dappertutto, accessibile da tutti, a volte imposta addirittura come sottofondo. Forse proprio questo suo essere così fruibile ha fatto perdere di vista il lavoro che sta dietro a una canzone o a un concerto. Fare il musicista vuol dire studiare tanto, sudare tanto, è un lavoro ma purtroppo è considerato da molta gente un hobby. Forse perché ormai solo quelli che riempiono i palazzetti riescono a campare solo di musica? I locali che fanno musica live stanno sparendo (il covid è stato per molti il colpo di grazia) o sono spesso vuoti, o sono pieni di tribute band (anche molto brave eh) o di pseudo musicisti improvvisati che suonano gratis a discapito dei professionisti.Insomma lo stato della musica è il riflesso del clima socio culturale del paese.

Civins