Intervista – Domande “sComode” a Cristopher Bacco

Cristopher Bacco, tecnico del suono e produttore discografico, è l’anima e la mente di Studio 2, uno studio di registrazione di Padova rinato nel 2015, dopo l’esperienza come primo recording studio/live club d’Italia e prestigiosa location per tanti concerti dei big della musica nostrana. Per saperne di più ne abbiamo parlato con lo stesso Chris Bacco in questa intervista.

-Parlaci un pochino di te, cosa ti ha spinto ad avventurarti nel mondo della musica?

I miei genitori testimoniano che già a due anni volevo ascoltare canzoni di continuo, e i giocattoli dovevano sempre essere a tema musicale. Penso che ci si nasca con la passione per la musica. Da quando avevo 14 anni per me, oltre ad una passione, è diventato un lavoro, il più bello. Sicuramente la musica ascoltata in famiglia mi ha aiutato ad accendere il mio interesse verso questa forma d’arte, inoltre avere uno zio DJ mi ha fatto appassionare al mondo del vinile.
Negli anni, più mi immergevo in questo mondo più capivo che ne ero parte, e da subito mi resi conto del mio ruolo: quello del produttore.

-​Cosa ti ha portato alla creazione di Studio 2?

Nel 2005 iniziavo i primi passi come DJ, erano davvero altri tempi tra vinili e club. Col passare degli anni iniziavo ad avere l’esigenza di uno spazio in cui lavorare alle prime produzioni e dove registrare i dj set da mandare a radio e direttori artistici. Così nel 2007, mi insediai nel garage di casa, come tutti, con un set-up molto umile. Dopo cinque anni, con gli amici che frequentavano
questo mio primo “studio”, decidemmo di fare il salto di qualità, fondando il primo Studio 2.
Studio dalla doppia anima, sala di registrazione e concerti dal vivo durante il weekend.
Dal 2012 al 2015 facemmo suonare tantissimi artisti nazionali e non, e registrammo molte produzioni. Finita quell’esperienza ibrida tra studio e live club decisi di rifondare lo Studio 2 solo come studio di registrazione, per dedicarmi al mio lavoro principale, quello del produttore. Ora vantiamo 3 regie di produzione e 3 sale di ripresa che lavorano tutti i giorni a progetti di qualità a
pieno ritmo, una grande soddisfazione per me.

-​Cosa vorresti dire ai ragazzi che sempre di più si vogliono avvicinare al mondo del fonico o del producer?

Dico che non è un settore semplice, bisogna fare tanta gavetta e non darsi mai per vinti. Di avere competenze a 360 gradi sia a livello tecnico che artistico e di empatizzare molto con l’artista che si ha davanti, è importante entrare in sintonia. Accettare consigli, anche da chi fa generi molto diversi e non smettere mai di imparare, soprattutto dai colleghi con più esperienza. Studiare continuamente le nuove tecniche e nel contempo imparare quelle del passato. Ascoltare tanta musica, di ogni genere, apprezzare il lavoro degli altri, cercando di rubare con le orecchie i trucchi del mestiere. Insomma dedicarci la vita, e farlo sempre con la passione del primo giorno.

-Senti di aver realizzato il tuo sogno?

Ne ho molti. Mi piace una volta realizzato un obiettivo pormene subito un altro.

-Con chi ti piacerebbe collaborare?

Ho conosciuto Miles Kane, lo trovo fortissimo, mi piacerebbe collaborare con lui in futuro. Tra i sogni (vedi sopra) direi Paul McCartney e Alex Turner. In Italia ci sono tantissimi artisti sia della scena alternativa che di quella mainstream che mi piacciono molto, ma non mi va di sbilanciarmi.

-Quali sono i tuoi progetti futuri?

Sto lavorando a delle canzoni con Dario Ciffo ed Enrico Gabrielli, con i The Cyborgs, Marco Cocci, Bobby Solo e Roberto Dell’Era. In questo periodo ho molti dischi d’esordio in produzione, insomma, mi do da fare.

-Come credi che la musica si evolverà nei prossimi anni?

Trovo che la musica si stia evolvendo in una direzione più aperta. Le influenze ormai sono talmente tante che possono uscire album diversissimi tra loro nello stesso periodo. La musica non sarà più contestualizzabile al periodo storico, cosa che fino a ventanni fa era impensabile.
Ora ci sono le influenze anni 80 con synth e sax, stanno uscendo produzioni che fanno sentire accenni al Pop e Lo-Fi anni ‘90, mentre i ‘70 e i ‘60 non ci hanno mai abbandonati. Il futuro potrebbe far convivere molte influenze e generi nella stessa classifica.

Civins