Intervista – Domande “sComode” a Daniela Spalletta

Da dicembre è disponibile in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme di streaming “The gift”, il nuovo singolo di Daniela Spalletta pubblicato da TRP Music, e noi ripartiamo anche in questo nuovo anno con la nostra rubrica di intervista dal mondo della musica, quindi incominciamo con “il dono” della cantante e compositrice siciliana Daniela Spalletta.

Come nasce il tuo singolo “The Gift”?

Ciao Giacomo, grazie per il tuo tempo e per lo spazio che mi concedi!
Ho scritto “The Gift” un paio di anni fa, quando mi trovavo più o meno a metà del percorso compositivo di “Per Aspera ad Astra”, l’album in uscita per TRP Music, da cui The Gift è appunto estratto. Il disco racconta di un percorso di evoluzione spirituale, che passa attraverso diversi stadi o tappe. Avevo già composto buona parte dei brani e sentivo il bisogno di raccontare il momento della svolta, il passaggio dal buio alla luce, la trasformazione del dolore nell’amore. E così è nato The Gift, un brano con caratteristiche musicali in qualche modo “di rottura” rispetto ai brani che lo precedono. La musica mi ha poi ispirato nel concepire il testo, che contiene molte immagini, fra cui la metafora del fiore che nasce, lentamente si apre e finalmente sboccia, in un crescendo di energia e luce. Questi contenuti sono stati successivamente tradotti in immagini ed espressi nel videoclip del singolo, pubblicato i primi di dicembre, per la regia di Francesco Di Martino e Giuseppe Portuesi.

Quale sarebbe il più grande dono per te?

Raggiungere, abbracciare ed esprimere la più autentica me stessa. Più che un dono, è una ricerca costante, a cui continuamente tendo.

-Parlaci un po’ di te, come nasce la tua passione per la musica?

La musica ha sempre fatto parte della mia vita ed ascoltare musica è sempre stata un’ abitudine
costante nella mia casa. Questa familiarità con i suoni, unita al gusto della condivisione e
dell’ascolto, mi hanno certamente dato un importante imprinting, probabilmente influenzando la mia indole e indirizzando le mie scelte. Col tempo, ho sempre più imparato a conoscermi e riconoscermi attraverso la musica e grazie alla la musica ho capito che potevo cercare e trovare me stessa.

-Quali sono i tuoi artisti di riferimento?

I miei riferimenti sono quegli artisti capaci di esprimere la profonda e divina essenza dell’arte,
quale risultato di ricerca costante e infinita introspezione. D’impulso, dico Pat Metheny, Tom
Harrell, Kenny Wheeler, Bob Mintzer, Vince Mendoza, Maria Callas, Cecilia Bartoli, Bach, Mahler e troppi di più… E sempre di getto mi vengono in mente Pasolini, Totò, Troisi, De Sica, Anna Magnani… Eccetera.

-Come vedi la musica in questo contesto socio culturale?

La musica ha una importanza cruciale nel formare le mente e lo spirito dell’uomo. Può veramente aprire canali di comunicazione profondi, dentro e fuori di noi, creare connessioni, sviluppare energie, curare i mali del corpo e soprattutto del cuore. Da musicista, a volte soffro nel constatare quanto l’appiattimento del gusto musicale e la banalizzazione dei contenuti, ad esempio nel
mondo della musica commerciale, si traducano in povertà di pensiero e di linguaggio, e difficoltà di introspezione, tutti aspetti fondamentali nella formazione di una coscienza critica, non soltanto estetica, ma anche e soprattutto etica, specie nelle nuove generazioni. Di contro, però, esistono piccole grandi realtà, nella scene musicali più indipendenti, ad esempio, estremamente ricche, varie, piene di talento, di musicisti preparati e creativi e di ascoltatori curiosi e appassionati. È fondamentale fornire strumenti capaci di formare uomini e donne consapevoli, e sono fermamente convinta che, in questo senso, lo studio e la diffusione della musica d’arte e di ricerca, possano portare grandi frutti, creare scenari sorprendenti e audaci, scuotere ed evolvere le coscienze.

Civins