Intervista – Domande “sComode” a Daniele Barsanti

Dal 10 luglio è disponibile in radio e in digitale, “Le commesse” (Apollo Records), nuovo brano del cantautore Daniele Barsanti che anticipa il suo nuovo album, uno spaccato di vita, una ballata dalle sonorità synth-pop che racchiude una serie di riflessioni ruotando attorno ad un ignoto protagonista. Ed ecco di seguito l’intervista che proponiamo ai nostri lettori, quattro chiacchiere con Barsanti sulla sua musica.

Come nasce il singolo “Le Commesse”?

Ciao, Civins!
Nasce casualmente dall’osservazione della realtà. Eravamo appena tornati alla “normalità” dopo il periodo di lockdown, mi sono seduto su uno di quei divanetti che si trovano nei negozi e mi sono trovato davanti agli occhi quella scena: una commessa intenta a piegare e ripiegare la stessa maglia che i clienti, rendevano e buttavano la, da li è nata l’intuizione con la frase madre del pezzo “sono una vita che ripiegano la vita in uno scaffale” e mi è arrivata di getto tutta la canzone, non riuscivo giù a togliermela della testa.

So che stai incidendo un album ci puoi anticipare qualcosa?

Per adesso forse parlare del disco è prematuro, ma diciamo che ho raccolto una serie di canzoni di cui sono convinto, penso che ci sia dentro davvero tutto la mia personale visione della vita oggi a quasi 30 anni. Forse c’è un motivo se tanti artisti che apprezzo, sono usciti fuori intorno alla trentina, non dico di aver capito il senso della vita, ma sicuramente ho una consapevolezza maggiore di ciò che voglio e di ciò che mi fa stare bene. Hai detto niente!

Parlaci un po’ di te, come nasce la tua passione per la musica?

Nasce durante una festa per l’ultimo giorno di scuola in seconda liceo. Una folgorazione istantanea, ho sentito suonare una chitarra e cantare dal vivo ed improvvisamente ho pensato “Io voglio fare questo”.

Quali sono i tuoi artisti di riferimento?

Non riesco mai a fare le classifiche, ti dico i primi che adesso metterei su Spotify: Carboni, Vasco, Oasis, Keane, ma sono più fan delle belle canzoni in generale che degli artisti. Gli artisti sono uomini, le canzoni sono più importanti, alcune sono quasi delle divinità.

Come vedi la musica in questo contesto socio-culturale?

A livello socio culturale mi sembra che sia tutto abbastanza mescolato, non solo la musica. Nonostante tutti i ragionamenti su cui ogni tanto cado in riflessione alla fine della fiera mi rendo conto che le belle canzoni poi si fanno strada da sole, non è solo una questione di numeri, anche se in questa società sono quasi un dogma, alla fine ti rendi conto che ciò che ti rende felice davvero è sempre qualcosa di diverso, che non puoi ottenere solo con le tue forze, contano le emozioni i discorsi stanno a zero.

Civins