Intervista – Domande “sComode” a EDY

“Chi ha sparato al Presidente?” è il nuovo lavoro discografico di EDY, all’anagrafe Alessio Edy Grasso. Un mini-disco raffinato e personale, composto da 3 cover, “Zeta Reticoli”, “Un giorno dopo l’altro” e “Tutta mia la città”, e dall’inedito “Chi ha sparato al Presidente?” e nell’intervista per AgorART quest’artista musicale a tutto tondo racconta del suo lavoro e un po’ di sé.

Come nasce il tuo album “Chi ha sparato al Presidente?

Tutto parte 12 mesi fa. Quando le nostre attività e abitudini sono state forzatamente messe in standby dall’emergenza socio sanitaria dovuta alla pandemia. In quei giorni ero in giro per le ultime date del mio tour e nel frattempo lavoravo al nuovo disco di inediti. Dopo un paio di settimane di lockdown ho iniziato a rendermi conto della situazione e di quanto “indeterminatamente” lunga avrebbe potuto essere. Tornavano, come un tarlo alla mia mente, le parole di Tenco “domani sarà un giorno uguale a ieri”, “un giorno dopo l’altro è tutto come prima”, “e la speranza ormai è un abitudine”… insomma sembrava che Tenco stesse parlando del tempo che stavo vivendo. Abbiamo deciso con Matteo Scannicchio (che ha prodotto l’EP) di lavorare su una nuova versione di “Un giorno dopo l’altro” coinvolgendo, a distanza, anche gli altri ragazzi della band. Così dopo la prima canzone prodotta così, ho continuato a pensare a canzoni che potessero rappresentare quello che provavo.
La seconda scelta è stata “Tutta mia la città”, che racconta di una città deserta, del tempo che scorre e di uomo che si sente senza speranza.
Perfetta. Per la terza cover è stata più dura, le prime due mi convincevano molto nella nuova veste, volevo trovare una canzone significativa ma che avrei potuto stravolgere. Ecco la scelta di “Zeta Reticoli” canzone generazionale che infatti è stata molto apprezzata da tutti i “ragazzi degli anni ‘00” ma ha trovato tanti consensi anche fra chi non la conosceva. Chiude l’EP la title track
l’unico inedito dell’EP “Chi ha sparato al Presidente?” canzone scritta da Matteo e Giorgio Maria Condemi, che sin dalla prima volta mi sono divertito tantissimo a cantare.

Quale brano senti più tuo e perché?

Come dicevo prima sono tutte canzoni che sento “mie”. Però da cantautore credo di essere più legato all’inedito “Chi ha sparato al Presidente ?” perché, mi rappresenta bene: ci sono le chitarre, la disco music, una notte brava e soprattutto c’è la storia di un Presidente che cerca di sopravvivere alla Tigre sul divano… E poi perché rappresenta anche un momento di bella collaborazione con artisti/amici che apprezzo e stimo.

Parlaci un po’ di te, della tua passione per la musica.

Domanda aperta che potrebbe vedermi parlare per ore. La musica è ben più che una passione, per me. Ricordo bene quando ho deciso che sarei diventato un musicista. Avevo 5 anni e imitavo i Duran Duran in TV… poi, poco più grande, ho incontrato i cantautori nei miei viaggi in Alfasud da Milano a Catania… e in adolescenza la folgorazione per il Rock e per il Noise. Ho scritto la mia prima canzone “vera” a 12 anni, è ancora l’inno ufficiale della Scuola media che ho frequentato. Il mio primo concerto a 13 anni, un’indimenticabile festa dell’Unità a Catania con anche i Denovo sul palco. La musica c’è da sempre nella mia vita, è la mia vita. La cosa più importante insieme ad Alessandra ed Alex (la mia Famiglia). A volte vorrei liberarmi di questa “cosa” chiamata musica perché inevitabilmente, essendo così permeante, ha sempre influenzato tutta la mia vita. Ho fatto scelte ben precise per la musica. Ma poi, ogni volta
mi rendo conto che sarebbe impossibile perché io non faccio musica, io sono musica.

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Sono in piena promozione dell’EP: ti anticipo che nei prossimi giorni sarà fuori il video di “Chi ha sparato al Presidente ?”, che non vedo l’ora di farvi vedere. Intanto sto lavorando al nuovo disco di inediti. Ogni giorno, come piace a me, come un artigiano. Ma non dovrete aspettare tanto, prima dell’estate ho intenzione di farvi ascoltare qualcosa di nuovo. Questa estate, infine, con le dovute precauzioni, spero di poter tornare a suonare dal vivo. Ne ho proprio voglia.

Secondo te che ruolo può avere la musica in questo momento storico?

La musica ha sempre avuto un ruolo in ogni epoca. È ben più che arte: è memoria, aggregazione, emozione. Lo abbiamo visto anche durante il primo lockdown, quanto la musica abbia sostenuto il morale di tanti di noi. Addirittura i canti dai balconi (per quanto discutibili). Quindi la Musica ha già un ruolo fondamentale nelle nostre vite, sempre.
Peccato che troppo spesso le Istituzioni si dimenticano di chi lavora con la musica. Che non siamo solo noi artisti, ma anche migliaia di persone in Italia che non lavorano da più di un anno. Scusami so che la domanda era diversa, ma non posso far a meno di parlare di quello che il mio settore sta vivendo. Preciso che non mi sento “vittima” credo sia anche nostra responsabilità se lo stato ci “vede” poco. Ma credo anche che questa esperienza cambierà le cose. In primis scoraggiando tutti
gli “improvvisati” del settore, o meglio chi “intasa” con produzioni di bassissimo livello il mercato. Sarà dura, quindi. Chi resterà è perché avrà avuto qualcosa di così forte da dire, che nessuna pandemia o crisi economica avrebbe mai potuto fermare. È stato sempre così nella storia della musica e sarà ancora così.

Civins