Intervista – Domande “sComode” a Follúcida

Dal 4 dicembre 2020 è disponibile su tutte le piattaforme di streaming “Discorsi da bar”, nuovo
brano del cantautore Paolo Frigo, in arte Follúcida. Di seguito l’intervista rilasciata per AgorART per conoscerlo meglio.

Come nasce Follúcida?

In principio era nato come una casa di produzioni, il calderone in cui inserire tutte le mie produzioni artistiche varie ed eventuali. Adesso è il nome di un artista che scrive canzoni e pezzi comici.

Come è nato il tuo singolo “Discorsi da bar”?

È un canzone di qualche anno fa. L’ispirazione viene da “La locanda” dei Pooh, un pezzo che mi è sempre piaciuto molto. Molti dei temi trattati vengono da li, io ci ho aggiunto un ambiente più contemporaneo ed il calcio. Alla fine ne è uscito un omaggio alla “vita da bar” tipica della provincia, stantia e rassicurante. Idealmente ci sono anche altre ballate padane tipo “certe notti”, “gli anni” o “all’una e trentacinque circa”.

Parlateci un po’ di te e della tua passione per la musica.

Credo che all’inizio fosse un amore per i suoni. Non suonavo nulla ma strimpellavo fastidiosamente ogni strumento avessi sotto mano, facevo imitazioni che registravo su un mangiacassette. Alle medie ero in fissa con i Doors ed i Rolling Stones, che ascoltavo fino allo sfinimento (soprattutto di chi mi stava intorno. Poi, quando sono arrivate Video Music e MTV in italiano, li è diventata una vera droga. Concerti, le prime band e musica tutto il giorno.

Con quali artisti ti piacerebbe collaborare?

Ah, solo in Italia sono tanti quelli che mi piacerebbe almeno conoscere, tra produttori e musicisti/cantautori. In ordine sparso: Morgan, Giorgio Canali, i Verdena, Iosonouncane, Salmo, Jovanotti, Cremonini, Cosmo, Levante, Francesca Michielin, Manuel Agnelli…

Come vedi la musica in questo contesto socio culturale?

La vedo trattata come un prodotto il cui unico scopo sia il mero intrattenimento.
La musica è sempre di più quella cosa che fa da sottofondo mentre fai altre cose, per cui, più le canzoni si somigliano tutte, meglio è.
Ovviamente conosco il potere di questa arte e confido che ci siano sempre più artisti intenti a dare maggiore profondità a quello che fanno; avendo premura di arrivare sinceramente a chi li apprezza. Con tutti i difetti che hanno i social, in questo almeno ci possono aiutare.

Civins