Intervista – Domande “sComode” a Franca Barone

È disponibile in radio e sulle piattaforme streaming “Be Kind”, estratto dall’album omonimo della jazzista milanese Franca Barone in uscita prossimamente. Con l’intervista che segue consociamo più da vicino l’artista e il suo ultimo lavoro.

Come nasce il tuo singolo “Be Kind”?

“Be Kind” è nato su due binari distinti, uno musicale l’altro per melodia e testo. Musicalmente sono partita dalla linea di basso discendente che è nata in 5/4, volevo che fosse doppia rispetto al groove generale del pezzo, poi è arrivata l’armonia. La melodia e il testo sono nati dopo, ma insieme.
Mi ero messa a scrivere un elenco di imperativi che vengono rivolti alle donne basati su stereotipi, quelli che hanno rivolto a me, quelli che ho sentito in giro, e così è nato il resto del testo.

Cosa vuoi portare al pubblico con questo singolo?

Musicalmente un brano diverso, non semplicissimo ma orecchiabile, e il sound degli strumenti “veri” (contrabbasso e batteria) che hanno il pregio di essere imperfetti ma caldi, vibranti.
A livello di contenuto, volevo porre l’attenzione su alcuni degli stereotipi sessisti più comuni che le donne si sentono dire da appena nate. Una serie di imperativi tutti in contraddizione che di fatto controllano e confondono. Nel brano però questi diktat non sono imposti da un uomo, ma da una donna, una donna più grande. Il concetto che voglio sottolineare è “femmina” e “femminista” non sono sinonimi (così come “maschio” e “maschilista”) molte donne sono completamente immerse nella cultura patriarcale che, loro malgrado e forse a loro insaputa, continuano ad alimentare.

Puoi dirci qualcosa in più riguardo ?

Semplificando, tutto parte del fatto che molte donne non si rendono bene conto del sistema in cui vivono, cioè un sistema in cui gli uomini (bianchi, etero) sono al vertice di una piramide di diritti e potere; al tempo stesso però si rendono ben conto di far parte di un gruppo di persone discriminate per una caratteristica precisa, ovvero l’essere donne. A nessuno piace essere e/o sentirsi discriminato, il senso di appartenenza è molto importante. Quindi alcune reagiscono accettando la situazione, alcune vogliono cambiare le cose, altre rispondono al senso di disagio schierandosi dalla parte di chi ha il potere (uomini bianchi, etero) e adottando i loro stessi atteggiamenti di controllo e giudizio, quindi di fatto discriminando le donne che non rispondono a quei diktat che, se seguiti, assicurano effettivamente considerazione maschile. Ma penso sia un amaro premio di consolazione, in confronto alla libertà che ti dà la parità.

Parlaci un po’ di te, come nasce la tua passione per la musica?

Da piccolissima, i miei genitori mi hanno sempre fatto ascoltare buona musica: classica, jazz, cantautorato italiano, rock. Ho cominciato poi molto giovane a suonare il piano (intorno ai 4-5 anni) e poco dopo a scrivere canzoni. Dopo 1 anno di conservatorio a 11 anni ho capito che la musica classica non era la mia strada. Dai 14 anni in avanti non mai smesso di suonare, cantare ed ascoltare musica di tutti i tipi, specialmente jazz, soul, pop, r&b, funky ecc…

Quali sono i tuoi artisti di riferimento?

Per quanto riguarda il jazz, i più grandi e le più grandi vocalist e musicisti della storia: Sarah Vaughan, Nina Simone, Ella Fitzgerald, Carmen McRae, Frank Sinatra, Bill Evans, Ahmad Jamal, Duke Ellington, J. J. Johnson, ma potrei andare avanti per ore!
Della nuova scena, spaziando anche nel nujazz, nusoul e pop direi Noname, H.E.R., Nao, Robert Glasper, D’angelo, Erykah Badu, Esperanza Spalding, The Roots.

Come vedi la musica in questo contesto socio culturale?

In realtà bene, c’è tantissima offerta e molto fermento, sono molto fiduciosa rispetto al futuro, credo (o forse spero?) anche in un ritorno dell’uso degli strumenti musicali “veri”, insieme alla produzione elettronica che ormai è imprescindibile, e magari al ritorno di vocalità più umane, più vibranti e meno artificiali. Spero soprattutto che si possa tornare a suonare dal vivo in serenità il prima possibile!

Civins