Intervista – Domande “sComode” a Gabriele Slep

Qualche tempo fa ha pubblicato il singolo dal titolo “Il mio più bel senso di colpa” e il 19 novembre è ritornato con lo stesso brano in versione acustica, e ora potete leggere l’intere al cantante Gabriele Slep, all’anagrafe Gabriele Polizzotto.

Come nasce Gabriele Slep?

Ciao Giacomo, sono felice che tu abbia apprezzato il mio singolo e colgo l’occasione per
ringraziarti. Gabriele Slep nasce nel 2017, prima era solo Slep.
Mi sono avvicinato al mondo della musica a circa 8 anni iniziando a studiare pianoforte, ma
qualche anno dopo sentivo che potevo anzi dovevo andare oltre, così guardando MTV e
ascoltando qualche cassetta masterizzata da qualche amico, conobbi il mondo del rap e me ne innamorai.
Era il 2007 circa, è la cosa bella di quel periodo era che a casa non avevo internet, quindi ogni
stimolo esterno che ricevevo da quello che ascoltavo era oro, per questo cercavo di
immagazzinarlo per provare a ricreare quello che mi piaceva. Qualche anno dopo sentii la
necessità di evolvere quello che avevo maturato col rap unendolo ai miei studi musicali, fu così che iniziai a comporre e scrivere le mie canzoni al pianoforte addolcendo le sfumature forti della musica hip hop. Insieme a questo mio cambiamento musicale, sentivo l’esigenza di aggiungere al mio nome d’arte che ai tempi era solo Slep, qualcosa di ancora più personale, Gabriele, che è il mio nome di battesimo, da li Gabriele Slep.

Come arriva il tuo singolo “Il mio più bel senso di colpa”?

Il mio più bel senso di colpa, è figlio di un periodo un po’ travagliato della mia vita, penso di aver scritto questa canzone per premiare uno scatto di maturità personale, che aspettavo da tempo.

Cosa vorresti portare al pubblico con questo brano?

Quello che mi piacerebbe trasmettere ai miei fan con Il mio più bel senso di colpa, è un estremo senso di leggerezza nel vivere le relazioni che ci circondano, soprattutto quella con noi stessi, leggerezza che però non vuol dire superficialità, anzi il contrario, lo scatto di maturità di cui parlavo nella risposta alla domanda precedente è stato proprio quello di arrivare alla conclusione che a volte è meglio abbandonare il superfluo, anche se all’inizio come tutti i distacchi può essere doloroso e faticoso, per dare più importanza a chi siamo, avere più consapevolezza di noi stessi e di conseguenza dare la giusta importanza a chi c’è stato o a chi ci sta vicino. Il titolo infatti può sembrare un po’ egoista, ma in realtà è tutt’altro.

Il tuo più bel senso di colpa?

Posso vantarne tanti, soprattutto nell’ultimo periodo. Attualmente forse il mio più bel senso di
colpa è composto da tre elementi: Aperol, Prosecco, Soda e prende il nome di Spritz, fatto in casa con tanto ghiaccio ed una bella fetta d’arancia ahahaha anche se devo dire che le patatine fritte viaggiano sullo stesso piano, mi piace essere ironico si vede?!

Come nasce la collaborazione con Stefano Casalis?

La collaborazione con Stefano, è nata attraverso Spotify.
Sono una persona che ascolta molta musica e sentendo un brano all’interno di una playlist sono stato colpito dal suo modo di produrre musica. L’ho contattato presentandomi e spiegandogli che avevo scritto un pezzo che col suo modo di produrre sarebbe stato top. Dopo qualche settimana ci siamo visti nel suo studio a Torino e in poco più di tre ore abbiamo finito il pezzo. La cosa bella è che tra una chiacchiera e l’altra abbiamo scoperto che nonostante veniamo da due città diverse, abbiamo un bel po’ di amici in comune. Questo è il bello della musica.

Parlaci un po’ di te e della tua passione per la musica.

Il mio amore per la musica è qualcosa di speciale. Nella mia vita ho sempre suonato, considerando la musica oltre che un mezzo d’espressione e una valvola di sfogo personale, un modo per “curare” l’animo di chi mi ascolta. So di avere un dono e una delle tante cose che mi spinge a continuare a produrre, è una frase che mi dicono spesso i miei fan, “sembra che vivi la mia vita”.
Far sentire le persone capite, amate, apprezzate, stando vicino a loro e in questo periodo penso che sia più facile capirlo, è il regalo più bello che la musica continua a farmi.

Civins