Intervista – Domande “Scomode” a Giulia Pratelli

È uscito ieri, 11 gennaio, in digitale il nuovo album di Giulia Pratelli, “Nel mio stomaco”. Conta 11 tracce ed è il suo terzo album in studio, con il quale si rinnova la collaborazione con Zibba. Il disco sarà prossimamente disponibile in formato fisico, ma intanto vi proponiamo l’intervista rilasciata da Giulia Pratelli per AgorArt. 

“Nel mio stomaco” è il terzo album, cosa troveremo di diverso di Giulia rispetto a quelli precedenti?

Penso che il tempo trascorso abbia cambiato molte cose e che questo abbia inciso fortemente sulla mia scrittura e sul risultato di questo lavoro: credo che il disco abbia una direzione più marcata rispetto al precedente e che la scrittura e il canto siano maturati molto, cercando di fare tesoro di tutte le esperienze collezionate negli anni scorsi.

Definisci i brani di questo disco “canzoni di passaggio”, perché sono frutto di momenti non legati tra loro oppure c’è un possibile fil rouge a legarle?

 C’è un filo rosso molto importante: tutta la tracklist si svolge come un viaggio che inizia con la consapevolezza di ciò di cui abbiamo davvero bisogno e finisce col ritorno verso casa. Sono canzoni di passaggio perché si spogliano delle certezze per condividere un punto di vista, un movimento, che sia verso l’esterno che ci circonda o verso la parte più profonda di noi stessi. 

Qual è il brano che ti rappresenta maggiormente adesso?

Direi “Autunno” , che mi ha aiutata a capire che direzione dare all’intero lavoro. 

Hai all’attivo collaborazioni con grandi artisti, con chi sogneresti di fare un duetto?

Sogno e sparo in alto: Robert Plant.

Quali artisti hanno avuto un’influenza più incisiva sulla tua produzione musicale?

Sicuramente le grandi cantautrici e i cantautori italiani, ma anche artiste più giovani come Brooke Fraser, Ingrid Michaelson, Lisa Hannigan.

Civins