Intervista – Domande “sComode” a Guido Seregni

Guido Seregni è un cantautore atipico dalla provincia di Monza e Brianza che ama definirsi un “canzonatore” e che nei suoi brani fa confluire influenze rock, pop e musica cantautorale. Dallo scorso 26 novembre è disponibile in radio il suo nuovo singolo “Che pena” ed ecco l’intervista che ha rilasciato per AgorArt.

-Come e perché nasce il singolo “Che pena”?

Da diverso tempo mi girava in testa la melodia del ritornello con le parole “Che pena, sempre la stessa scena”…capita che mi nasca in testa una frase con una melodia e alcune parole. Quindi avevo questo incipit e successivamente sono stato ispirato dallo spettacolo di Bergonzoni “Il male minore è diventato maggiorenne” : mi sembrava fotografasse in pieno la situazione che volevo descrivere e amando moltissimo lui, i giochi di parole e l’ironia. Ho provato cosi’, partendo da quella frase, a sviluppare il testo in stile “canzonatore” parlando un po’ di quel che percepivo in giro e tenendo come filo conduttore musicale quella melodia che mi girava in testa e a quel punto è nata “Che pena”.Rispetto ai lavori precedenti in questo brano, per seguire l’andamento del testo e dell’intenzione musicale , si alternano intersecandosi tra loro strumenti veri ed elettronica, qui usata un po’ di più rispetto alle produzioni precedenti.

-Come mai ti definisci un canzonatore?

La definizione nasce da quando sui profili social come Twitter o Instagram si deve condensare in una parola chi sei e cosa fai. Scrivere “cantautore” mi sembrava un po’ banale e mi suonava anche un po’ datato. Oltretutto io comunque faccio un genere non solo prettamente cantautorale, quindi pensando ai testi delle mie canzoni, sempre piene di pungente ironia mi è venuto il termine canzonatore un po’ per gioco. Poi però mi è piaciuto e funzionava e ho deciso quindi di farlo diventare un marchio di fabbrica personale

-Cosa speri di portare al pubblico con l’uscita del brano?

Semplicemente una riflessione ironica, seppur feroce, una provocazione, mantenere acceso il pensiero di chi ascolta . Ovviamente il mio per primo, infatti uso il “noi” nel brano, non punto il dito.

-Ci sarà un disco?

No al momento ho preferito scegliere di rilasciare dei singoli, che saranno come argomento e musica diversi da “Che pena” , per dare loro il giusto spazio, senza farli perdere all’interno di un album , perche’ sono canzoni a cui tengo molto e non voglio rischiare di “sprecarli”.

-Quali sono i tuoi artisti di riferimento?

Quasi tutti i cantautori italiani e il rock, italiano e internazionale.

-Quanto i social possono far crescere la musica oggi?

Aiutano sicuramente e sono un mezzo ormai imprescindibile, io nonli amo molto infatti negli anni in cui sono stato male ero sparito e anche ora li utilizzo quasi esclusivamente per la mia musica, pero’ tocca impegnarsi nel loro utilizzo perche’ al momento un artista non si puo’ piu’ permettere di non averli , guardando il lato positivo della cosa pero’ almeno danno l’opportunita’ all’artista di esprimersi direttamente al proprio pubblico senza filtri.

Civins