Intervista – Domande “sComode” a Joan Quille

È uscito da pochi giorni l’album omonimo di Joan Quille, pseudonimo della cantautrice bresciana Annalisa Mazzolari. Si tratta di sette brani dall’anima rock elettronico, scritti dalla stessa cantante in collaborazione con Valerio Gaffurini e Alessandro Ducoli. AgorArt ha voluto conoscerla meglio per farsi raccontare di sé e del suo lavoro.

  • Come nasce il tuo nuovo album “Joan Quille”?
    Joan Quille nasce nel maggio del 2017, partendo da una pagina bianca impregnata di una storia; una fiaba che nella mia mente sarebbe dovuta restare depositata sul semplice quaderno e che invece, col passare dei mesi, ha avuto la possibilità di trasformarsi in un album musicale. Questa metamorfosi è partita da una mia idea iniziale spinta e appoggiata dai due coautori del progetto: Valerio Gaffurini e Alessandro Ducoli. Il primo nella musica e il secondo nei testi, mi hanno aiutata a far crescere quell’embrionale concept che presentai loro due anni fa e dopo scontri, confronti e tanto tantissimo lavoro da parte di tutti è sbocciato in quello che oggi avete modo di ascoltare.
  • Quale brano senti più vicino a te?
    Domanda difficile; è un progetto interamente personale perciò ogni canzone raccoglie una parte di me…ma se dovessi scegliere direi “è facile odiare il freddo”, forse perchè è il primo brano che ho composto e col quale mi sono “azzardata” a esprimere un’Annalisa più intima e sentimentale che fino ad allora non avevo mai avuto coraggio e modo di esporre.
  • Con chi ti piacerebbe collaborare?
    Tra gli artisti italiani sarebbe fantastico interpellare qualche cantautore storico (ad esempio Vecchioni, mi piace tantissimo)oppure, perché no, anche un rapper; adoro i piccoli estratti “rappati” all’interno di una canzone melodica, conferiscono uno stacco di ritmo secondo me molto interessante. A livello internazionale tanti sono gli artisti che ammiro, tendenzialmente sarei più attratta dalle collaborazioni con i grandi esecutori di uno strumento per realizzare un lavoro che sia eclettico e ricco di convergenze.
  • Quali sono i tuoi prossimi progetti?
    Sul fronte musicale sicuramente quello di promuovere “Joan Quille” con tanti live che sono in programmazione. E poi a dire il vero siamo già attivi nella realizzazione di un nuovo album. In più continuare a studiare perché è ciò che mi permette di migliorare e ottenere i risultati ai quali ambisco. Questo sia nella musica che in ambito universitario.
  • Quanto i tuoi studi di filosofia hanno influito sul disco?
    Più studio la filosofia più incredibilmente realizzo che ciò che apprendo influenza direttamente quello che scrivo e compongo, sia nelle tematiche che nel modus operandi. “Joan Quille” è un prodotto totalmente letterario e filosofico, se si pensa che lo stesso nome d’arte è nato dalla mia lettura di una poesia dell’autore romantico inglese Wordsworth “I wandered lonely as a cloud”. L’intero concept segue in realtà una linea complessa, il fatto che abbia scelto di narrarla attraverso un genere più semplice come la fiaba permette a tutti di comprenderla senza la necessità di entrare nel mio modomalato e contorto di vedere e interpretare le cose.

Civins