Intervista – Domande “sComode” a Le Bisce

Erano tornati a settembre con il loro singolo “Come Mauro Repetto”, un brano scritto oltre tre anni fa, un vero e proprio elogio al cofondatore degli 883, scomparso dalle scene musicali per intraprendere una diversa misteriosa carriera e lasciando in eredità il ricordo di un’icona indimenticabile. Ho molto apprezzato questo singolo ed eccoci in questa chiacchierata virtuale, su AgorART, con Le Bisce, punk rock band lodigiana che vanta collaborazioni internazionali.

Come nasce il singolo “Come Mauro Repetto”?

Il brano è nato da una riflessione in merito agli idoli musicali di oggi.
Ci siamo chiesti se tra 20 anni li ricorderemo, se avranno lasciato davvero un segno (e che tipo di segno) nella crescita dei giovani d’oggi.

Perché proprio Mauro Repetto?

Mauro Repetto è una figura che tutti noi cresciuti negli anni 90 ricordiamo con piacere, ci strappa un sorriso. Ha lasciato qualcosa di positivo, nonostante lo si identifichi come un personaggio di contorno. Ed è sbagliatissimo.

“Il biondino che balla” in realtà è stato fondamentale nella nascita degli 883, ha scritto quasi tutti i brani insieme a Pezzali, è stato lui a spingere il suo amico timido a creare una band, a cercare contatti, a sperimentare. E quando è arrivato all’apice del successo, ha scelto di percorrere altre strade, ha fatto nascere leggende sul suo conto (mai confermate nè smentite) e dopo 20 anni ancora lo ricordiamo con piacere. È una sorta di “eroe romantico” se vogliamo.

Come mai sono passati 3 anni dalla stesura alla pubblicazione?

I motivi sono diversi.
È una delle prime canzoni che abbiamo scritto io (Damiano) e Paolo, e la band stava prendendo forma…abbiamo cambiato 2 bassisti e un batterista, per arrivare alla formazione di oggi da circa un anno. Abbiamo lavorato sulla ricerca di un sound che ci identificasse e quindi alla produzione del brano per come lo senti oggi. Nel mentre abbiamo avviato un discorso con un’etichetta che ci avrebbe pubblicati ad Aprile scorso…ma è scoppiata la pandemia!
Tutto congelato ovviamente e alla fine abbiamo firmato con Be Next Music e Sony Music. Ed eccoci qua

Quale messaggio vorreste rimanesse nel pubblico ascoltatore?

Sarebbe bello fermarsi a riflettere sul messaggio che passa attraverso una canzone e/o un artista. C’è spesso molto di più di quel che sembra, nel bene e nel male.

Parlateci un po’ di voi e della musica.

Siamo quattro finti giovani che dopo anni passati a suonare tra Italia ed Europa, dopo numerosi dischi ed esperienze dietro le quinte, abbiamo deciso di rimetterci in gioco.
La band è il proseguo di un precedente progetto di Damiano e Paolo, ai quali si sono aggiunti poi Alessandro e Pablo. Veniamo tutti dal punk rock, ma solo oggi possiamo definirci veramente punk, proprio perché ce ne sbattiamo totalmente di qualsiasi canone di riferimento a suoni o tipologia di scrittura. Volente o nolente, se metti in piedi una band punk rock hai dei paletti dettati dal suono aggressivo, distorsioni, ritmi serrati…

Oggi noi facciamo quello che ci viene, senza troppe menate sul genere. Puoi sentire influenze rock, dance, cantautorali…così come potrai trovarci aggressivi in alcune circostanze. Abbiamo collaborato con la Banda di Felino (Pr), riarrangiando un nostro brano per suonarlo con una sezione di 30 fiati. Abbiamo appena rifatto un pezzo rap di Amedeo Preziosi, che non è un rapper ma uno Youtuber. Ovviamente la priorità per noi, al di là delle sonorità, resta sempre e comunque il contenuto. Ci piace provocare ed esagerare, utilizzando talvolta l’ironia, con però un linguaggio semplice e diretto. Sia nei testi che nei nostri video o contenuti social.

Quali sono i vostri artisti di riferimento?

Questa è una domanda difficile, perché noi per primi abbiamo influenze totalmente diverse tra loro. Apprezziamo l’ironia pungente degli Zen Circus, l’intellighenzia di Cochi e Renato e di Jannacci, la capacità di comunicare dei Nomadi, la potenza dei Green Day… Capisci che parliamo di mondi parecchio distanti, ma che in fase di scrittura e produzione si miscelano.

Pensate di poter lasciare un segno nel panorama musicale tanto vasto e variegato?

Dipende da cosa intendi per lasciare un segno.
Senza passare per paraculo né tantomeno presuntuoso, già il fatto che tu sia qui a farci delle domande, con la premessa che sei stato colpito dal nostro singolo, significa che un segno lo stiamo lasciando. Che sia una persona, 10, 100 o migliaia. Ci capita spesso di ricevere messaggi o scambi con chi ci ascolta, dove ci viene detto che abbiamo fatto riflettere.
Per noi questo significa lasciare un segno.

Civins