Intervista – Domande “sComode” a Leonardo Angelucci

Leonardo Angelucci è un cantautore, chitarrista e produttore romano. Dal suo esordio con il disco “Questo frastuono immenso” nel 2018, ha vinto il premio del pubblico di Musicultura e il Premio Nuovo Imaie della Biennale Martelive, ha pubblicato un romanzo con Phasar Edizioni e ha suonato in tutta Italia. “Hennè” è il suo nuovo singolo, un brano indie rock, dal testo schietto e dalla melodia coinvolgente, che si articola come “un botta e risposta interiore” sul tema dell’inquietudine. L’ho intervistato per AgorART e vi propongo di seguito la nostra chiacchierata.

Come nasce il singolo “Hennè”?

Il brano è frutto di una sinergia empatica con un collega cantautore, in una notte di novembre di un anno fa, immerso nel nulla cosmico della natura umbra. È nata dopo uno di quei momenti talmente toccanti, che subito dopo arriva l’urgenza di esorcizzare il tutto mettendolo nero su bianco, con le dita appoggiate su un pianoforte. Poi successivamente il brano è stato revisionato e lavorato molto in studio, insieme al mio produttore Giorgio Maria Condemi.

Quale messaggio vorresti trasmettere con questo brano?

Mi piace toccare tematiche scioccanti, da sempre. In questo caso, parlare dell’inquietudine
interiore con un testo così crudo, poteva funzionare e non risultare banale o retorico, solamente grazie al supporto di un arrangiamento che tramutasse il brano in una canzone fruibile a tutti. Non tanto per alleviare l’angoscia delle liriche, nelle quali trovo anche un risvolto positivo durante il ritornello, ma più che altro per cercare di destare interesse nell’ascoltatore, catturarlo, e senza perderlo, lasciarlo con degli interrogativi esistenziali. La musica è un potente mezzo per entrare nella testa degli ascoltatori, non solo con dei motivetti orecchiabili. Dunque quello che resta è la leggerezza dello slogan “vivere è non pensare”, come semplice soluzione ai labirinti mentali di cui nelle strofe.

Come vedi il panorama dell’indie rock in Italia, e in rapporto a quello internazionale?

Non seguo particolarmente tutte le uscite musicali in ambito indie. Musicalmente parlando
sono sempre stato onnivoro, non prediligo alcuni generi e la mia musica è frutto di tante
esperienze dapprima come chitarrista e poi come autore. Sicuramente posso dirti che gruppi
come gli Zen Circus, fanno bene alla musica nostrana, alzando la media della miriade di uscite
mediocri che si sentono in giro. Il loro ultimo disco è un capolavoro, come gli altri d’altronde. Ma anche band come Afterhours, Verdena, Baustelle, Tre Allegri, FASK, o cantautori come Brunori, Dimartino, Iosonouncane, Motta, Lucio Corsi, e molti altri. Purtroppo però a parte la vecchia guardia 90/00 e alcune sorprendenti novità, si sentono anche moltissime canzoni che sembrano uscite da una catena di montaggio, discrete melodie, cantate da cantanti mediocri, scritte con la stessa passione con la quale si scrive la lista della spesa. Playlist di giri armonici tutti uguali, con le stesse interpretazioni scazzate e le solite trovate per omologarsi.

Parlaci un po’ di te e della passione per la musica.

Sono un ammalato di musica e arte da sempre. Ci vorrebbe una vita per raccontarvi tutti i miei progetti. Diciamo che lavoro nel mondo della musica, come autore, produttore e chitarrista, da sempre mi occupo anche di produzioni video ed organizzazione di eventi, ma amo anche scrivere, dipingere, leggere e ascoltare musica. Non riesco ad immaginare una giornata senza la mia miriade di cose da fare, perché mi tengono vivo, soprattutto in un momento come questo.

“Hennè” parla di inquietudini: quale vorresti lasciarti alle spalle con il nuovo anno?

Non credo ci sia un modo per eliminare definitivamente certe paure, ansie, inquietudini.
Piuttosto possiamo addomesticarle, prenderle per mano o sotto braccio, ed imparare a
camminarci di fianco, tenendole a bada con un passo deciso. Anche perché senza un certo tipo di sensibilità con la quale, da sempre, amplifico le sensazioni positive e negative, non riuscirei a scrivere canzoni. Mi auguro un nuovo anno che ci riporti per strada, nei locali, ai concerti. Quello sì, perché mi manca tanto, e in tempi normali è il lavoro più bello del mondo.

Civins