Intervista – Domande “sComode” a Lorenzo Vizzini

Lorenzo Vizzini.è cantautore e autore che ha scritto per nomi del calibro di Renato Zero e Ornella Vanoni. Da poco ha pubblicato un nuovo singolo dal titolo “Inverno” e prossimamente arriverà un suo nuovo album di inediti, in attesa ecco l’intervista che ha rilasciato per AgorART.

Come nasce il tuo singolo “Inverno”?

È nato circa cinque anni fa. Mi ero preso di questa ragazza, che nemmeno conoscevo tanto bene. Ho scritto questa canzone quasi come a dirle: “Immagina quanto sarebbe bello stare insieme”. Poi qualche mese dopo me ne sono andato, lei non l’ho più vista ed è stato tutto un platonismo. Però almeno mi è rimasta questa canzone.

Puoi parlarci del tuo album di inediti in arrivo?

Certo, si chiama “SuXmario” ed esce il 26 febbraio. Ci sono dentro 10 brani, fra cui gli ultimi singoli che ho fatto uscire. Volevo raccontare quel periodo di passaggio fra la fine dell’adolescenza e l’inizio dell’età adulta e SuXmario, che non ho mai capito se è un bambino o un signore anziano, mi sembrava la sintesi perfetta per definirlo.

Com’è stato collaborare con artisti di calibro elevato? Cosa ti hanno lasciato?

È stato ed è qualcosa che mi insegna fino ad oggi tanto, ho avuto la fortuna di stare vicino ad artisti straordinari e da loro cerco sempre di ascoltare ed imparare. Professionalmente ognuno, in maniera diversa, ti lascia qualcosa, però onestamente quello che mi rimane di più sono le storie e le piccole cose condivise. Quindi, a mo’ d’esempio, ti cito Ornella Vanoni che mi ha lasciato la passione dello Spritz, che ho bevuto per la prima volta una decina di anni fa, grazie a lei.

Raccontaci un po’ di te e della tua passione per la musica.

È nata così: avevo 5 anni, ero in macchina e mi è venuta in mente una melodia. Ero sicuro esistesse e mi sono messo a chiedere che canzone stessi cantando. Ovviamente non la conosceva nessuno.
Appena ho capito che l’avevo scritta io, ho cominciato a farlo continuamente. Qualche mese dopo andavo dalle amiche di mia nonna, dicendo “Vuoi sentire il mio cd?” . Appena loro mi dicevano di sì, io gli cantavo a cappella queste canzoni, che nel frattempo erano diventate tipo una decina, con tanto di presentazione dei titoli. Insomma, da quel momento non ho smesso più e fare musica è diventato e rimane fino ad oggi il mio gioco preferito.

Come hai vissuto questo periodo di pausa forzato?

Ovviamente a livello professionale è un bel guaio, non mi va di tediarti, ma sotto moltissimi aspetti è stato un tracollo allucinante per tutto il settore. Personalmente, ho cercato di non farmi influenzare troppo, nei limiti del possibile: ho continuato a scrivere e produrre, ho incominciato a suonare il basso e ho imparato a fare il pane. Avevo iniziato pure a studiare il russo, ma niente, era troppo tosta. Al massimo, se mai mi capiterà di andare a San Pietroburgo, vado in giro col traduttore di Google.

Civins