Dal 9 ottobre 2020 è disponibile in digitale e in radio “Coppia” (Romolo Dischi / Pirames International), singolo che segna il debutto discografico di Mazzini, un cantautore indie italiano che parla di tutte quelle cose che ci sono successe l’altro giorno, ascoltarlo è come avere una conversazione con lui su ciò che fa parte della nostra. Quindi viene spontaneo, dopo aver ascoltato il suo brano – che ho apprezzato – fare quattro chiacchiere con lui nell’intervista che segue.
–Come nasce Mazzini?
Ciao Giacomo! Piacere di conoscerti e grazie per aver apprezzato il mio brano!
Mazzini nasce dalla voglia di comunicare al pubblico come se stessi parlando ai miei amici più cari. Dopo anni di testi in inglese e arrangiamenti musicali complessi, ho capito che fare musica “sincera” mi fa stare bene e che, se in quello che fai ci metti dentro la tua personalità, non c’è alcun bisogno di complicarla.
–Come nasce il tuo singolo “Coppia”?
Credo che chiunque, purtroppo, abbia vissuto dei momenti di crisi sentimentale e ho notato come alcuni elementi ricorrano in maniera comune tra le persone in quelle situazioni, come fossero una sorta di presagio.
L’ho scritta parlando di episodi accaduti veramente, ripensando a me stesso e alla gente che mi circonda, e alla voglia che si ha di reagire e di essere felici, almeno part-time!
Ah,per ovvi motivi inizialmente si chiamava “Scoppia”!
–Cosa vuoi portare al pubblico con questo singolo?
Questa canzone è ufficialmente il mio primo singolo e la presentazione del mio progetto. Ho scelto “Coppia” perché penso che sia lo specchio del mio modo di essere quando faccio musica: un cantautore malinconico, ma non triste ed a volte ironico. Spero che questa uscita possa essere un inno per chi ha voglia di stare bene.
–Parlaci un po’ di te, come nasce la tua passione per la musica?
La mia passione della musica è nata durante la scuola, credo in prima media, ed è stato un vero e proprio colpo di fulmine.
Il mio primo amore è stato il pop-punk e rimasi totalmente affascinato dalle sue melodie orecchiabili e da come i musicisti sembrassero divertirsi nei loro videoclip, ricordo che passavo le ore ad aspettare che in tv venissero trasmessi quelli dei miei artisti preferiti.
Dopo poco ho chiesto ai miei genitori di iscrivermi a lezioni di chitarra e ho a breve capito che la musica non era per me solo divertimento, ma anche un potente mezzo di espressione di cui non riesco più a fare a meno.
–Quali sono i tuoi artisti di riferimento?
I miei artisti di riferimento, che mi hanno fatto appassionare al genere in cui mi inserisco attualmente, sono senza dubbio Calcutta e Gazzelle. Tengo, comunque, a indicare Blink 182 e Placebo come altri artisti di riferimento, perché senza di loro non avrei mai iniziato a fare musica.
–Come vedi la musica in questo contesto socio culturale?
Credo che sia un settore in continuo movimento, che sta affrontando dei cambiamenti sempre più rapidi e che a volte è facile sentirsi disorientati, sia quando si è dalla parte di chi la usa per comunicare, sia quando si è da quella di chi la utilizza per intrattenimento.
Ma la sua bellezza sta nel fatto che, nonostante le sue “mutazioni”, essa è ancora una grandissima “valvola di sfogo” ed espressione di libertà.
Civins