Intervista – Domande “sComode” a MD dei Funghi Ladri

Lo scorso gennaio è uscito in radio “Vergogna Bianca”, brano estratto da “Il Trio Che Ammazza (La Stupidità)”, ultimo Ep dei Funghi Ladri, già disponibile in streaming. Conosciamo meglio il loro lavoro in questa intervista rilasciata per AgorArt.

Come e perché nasce il vostro connubio artistico?

I Funghi Ladri sono nati da un’idea di MD (il sottoscritto), “partorita” il 1997.
Da leader factotum della formazione – che è stata sempre molto cangiante e variabile – ho cercato nel tempo di collaborare con musicisti, cantanti e arrangiatori, che provenivano da diversi generi musicali, proprio perché ho sempre concepito la musica come uno “spazio senza confini”, un po’ come i sogni.
Da qui sono nate le varie collaborazioni con il cantante e chitarrista (nonchè amico fraterno) Marcello Vitale, con la cantante Annalisa Burzio, con il cantante Gabriele Saurio e con tutti gli altri artisti che hanno collaborato con la nostra formazione.

Da dove deriva il nome Funghi Ladri?

Da ragazzino avevo un taglio di capelli ricci, che mi faceva rassomigliare ad un fungo ed avevo la “simpatica” abitudine di sottrarre sempre qualcosa ad i miei amici, per farla poi ricomparire “magicamente” all’improvviso: da tutto questo, un amico mi chiamò per la prima volta “Fungo Ladro” e, così, dal Fungo Ladro sono nati i Funghi Ladri!

Cosa vi ha spinto a creare il vostro singolo “Vergogna Bianca”?

Leggere ed approfondire riguardo al tema del colonialismo, passato e presente, ci ha fatto molto riflettere e, da qui, è nato il brano “Vergogna Bianca”.
Il colonialismo, infatti, nella Storia del mondo, ha modificato la realtà, fino a condurci ai tempi in cui oggi viviamo, agendo sul passato, come nel presente, seppur in forme e modi diversi, ma portando sempre crimini e misfatti, come bagaglio annesso.
Ieri era la conquista delle Americhe e la sottrazione delle loro terre, oggi è lo sfruttamento deli continenti più poveri (vedi Africa; Asia, Sud America, etc.), per un arricchimento del solo Occidente, lasciando a loro sempre poche briciole.

Ci puoi raccontare qualcosa in più del vostro Ep?

L’EP “Il Trio Che Ammazza (La Stupidità)” raccoglie tre brani, tra cui la stessa “Vergogna Bianca”.
Gli altri due, “Emergenza” ed “I.N.R.I.cordo” saranno lanciati nei prossimi mesi. Il titolo dell’EP è già abbastanza esplicativo e questo, del resto, è stato sempre un nostro obbiettivo artistico: “scacciare” la stupidità a favore della cultura, della conoscenza e dell’arte, per far sì che la musica diventi un vettore “evolutivo” e non “involutivo”, come purtroppo sta accadendo negli ultimi anni, nel panorama musicale nazionale.

Da dove deriva il tema del colonialismo?

La violenza, la discriminazione, la sopraffazione e l’inganno ci toccano sempre personalmente, seppur usate contro terze persone, e così, il colonialismo passato e contemporaneo, seppure non ci tocca personalmente, genera disparità ed ingiustizie, che ci sentiamo sempre di condannare.

Come nasce la passione per la musica?

Ho iniziato a scrivere poesie all’età di 12 anni. Poi ho scoperto il rap all’età di 14 anni. Ciò mi ha permesso di accedere ad un mondo infinito, dove si mescolano versi e musica: qui ho trovato la mia dimensione!

Quali sono i progetti futuri?

Continuare a scrivere testi e brani che affrontino temi importanti della vita di ognuno di noi, per far sì che la nostra musica diventi veicolo stabile di passione e cultura.

Civins