Intervista – Domande “Scomode” a Mic Santos

Il suo singolo “Tokyo” è disponibile in radio e in digitale dallo scorso febbraio, si tratta del rapper Mic Santos, artista partenopeo del roster della label fiorentina Dome Recording, che ha rilasciato un’intervista per AgorArt.

-Come nasce il tuo nuovo brano “Tokyo”?

Ti dirò l’onesta verità, Tokyo è nata dal nulla. Mi sono trovato con Pasha a casa mia, come consuetudine ci mettevamo a creare qualcosa di nuovo e innovativo che potesse essere fresco.. da un pò di tempo mi ero innamorato di un beat che pubblicò sul suo sito e gli dissi che dovevo averlo a tutti i costi, così quella sera abbiamo ascoltato insieme il beat, un pò di
freestyle, e dopo 10 minuti è nata Tokyo.

-Cosa ti ha spinto a creare questo singolo?

Tokyo è una mia esigenza di dimostrare e far capire che sono diverso dagli altri, è un messaggio che racconta il non doversi amalgamare alla massa, di non seguire gli stereotipi, cosa che succede ogni giorno ed è per questo che il ritornello dice “Sembrate tutti uguali come se fossi a Tokyo”. Ognuno, secondo me, deve essere se stesso, senza dover per forza avere il consenso della massa e della società, ognuno deve esprimersi come meglio
crede e portare fino alla fine il suo pensiero e punto di vista. Il mio obiettivo era di trasmettere questo, tramite un pezzo che potesse essere benissimamente clubber, ma comunque con un messaggio importante dietro.

-Come vedi lo sviluppo del rap in questi anni?

Premetto che io non sono un rapper, non mi definisco tale, ovviamente chi ascolta le mie canzoni può pensare il contrario ma no, non sono un rapper. Semplicemente sono una persona che fa musica come meglio crede, senza dover essere per forza etichettato. Il rap in questi anni, in Italia, sta emergendo molto a livello internazionale, questo lo dobbiamo sicuramente a Sfera che ha fatto delle cose incredibili, ma a livello nazionale il livello si sta alzando tantissimo, e sono fiero del fatto che parecchi di questi ultimi che stanno alzando il
livello provengono dalla mia Napoli. Prendiamo Nicola Siciliano, Geolier, J lord, Enzo Dong e tutti gli altri che non posso nominare altrimenti riempirei una pagine intera. Il rap in Italia per me è sempre stato di alto livello ma erano in pochissimi a farlo come si deve, primo di tutti secondo me Rancore. Parlare dell’America poi secondo me è scontato, il rap in America è sempre stato e sarà sempre al top secondo me, poi ovviamente nascono nuovi generi come la Drill ed anche il modo di fare rap cambia.. l’unica cosa che credo si stia perdendo è proprio il senso del rap, pur come ti ho detto poc’anzi non essendo un rapper lo amo il rap, quindi riesco a capire bene cosa va e cosa non va in un pezzo rap, ed il senso del rap non gira solo attorno a sesso droga e figa, ma a ben altro. Per questo secondo me è giusto sperimentare, provare nuovi stili, nuove tendenze e nuovi generi, ma il senso del rap non va perso altrimenti non si può più definire tale.

-Come credi che il mondo dei social possa aiutare la musica?

I social oggi giorno credano facciano il 50% del lavoro, ovviamente l’altra metà la fa la musica.. io ad esempio scopro tanti nuovi artisti grazie ai social, quindi sono pro ma in ogni caso il mio pensiero, non condivisibile, è che al primo posto c’è sempre la musica, mi spiego meglio. Oggi i social sono il centro di tutto, e questo è assodato, ma ormai si è poco liberi di essere se stessi, bisogna fare storie in cui si fa il personaggio, bisogna creare hype o scandali di qualsiasi genere per far crescere followers e views, bisogna stare dietro ad algoritmi vari e tendenze varie per stare al passo… ma qui si sta facendo musica o si fa l’influencer? Io sono spesso assente sui social proprio per questo motivo, e so che dovrei essere più presente perché come dicevo è importante ma, siccome per me la cose fondamentale è la musica do più priorità a quella che al contorno.

-Parlaci un po’ di te, come nasce la tua passione per la musica?

La passione per la musica grazie a mia madre, grandissima appassionata della black music ed in particolare di MJ. Ricordo le mattine a casa prima di andare a scuola che mi svegliavo e puntualmente era sintonizzata su MTV ad ascoltare musica, poi al ritorno da scuola sempre lì ad ascoltare musica, quindi è in primis grazie a lei che ho iniziato ad appassionarmi alla VERA MUSICA, RnB, Pop, Jazz, Blues.. ed è anche per questo che ho scelto di fare musica in americano, poi con gli anni ho iniziato ad ascoltare qualsiasi genere
ed ho amato la musica in ogni suo genere e sfaccettatura, perché per me la musica è musica, in qualsiasi espressione.

-Quali sono i tuoi progetti futuri?

Il mio obiettivo è ovviamente quello di poter fare musica fino al mio ultimo respiro, arrivando a più persone possibili a livello mondiale e poter trasmettere qualcosa attraverso i miei testi.
Ovviamente punto ad arrivare in alto, a qualsiasi costo.. ma sono sicuro che anche se non dovesse succedere la musica sarà la mia compagna di vita in ogni caso.

-Quali sono i tuoi artisti di riferimento?

Christopher Maurice Brown, Chris Brown, l’artista più completo che io abbia mai visto, Chris per me è tutto ciò che un’artista può mai sognare di diventare, riesce a fare qualsiasi cosa, qualsiasi genere, qualsiasi stile, balla, recita, dirige i suoi video.. non c’è una sola singola cosa che non sappia fare. Per me lui rappresenta il massimo, il meglio del meglio, e chi dice il contrario è o invidioso, o non ne capisce. Chris Brown riesce a farmi emozionare quando canta, riesce a farmi ballare quando balla, riesce a farmi gasare quando rappa e lui, soprattutto, è uno dei principali motivi per cui faccio musica. Chris Brown è insuperabile.

-Come vedi la musica in questo contesto socio culturale?

La società e la cultura sono sempre andate di pari passo con la musica, ed anche in questo
tremendo periodo la musica ha contribuito molto per portare gioia e serenità anche quando non sembrava possibile. Basti pensare a come i grandi della musica siano riusciti a
influenzare usi e costumi di intere società e culture diverse, I Queen, Michael Jackson,
Tupac, I Beatles.. sono solo alcuni di quelli che con la loro musica hanno avuto un ruolo
fondamentale nella storia. Oggi meno, sicuramente, ma comunque la musica è sempre un punto di riferimento in qualsiasi contesto.

Civins