Intervista – Domande “sComode” a Milena Paris

“Childhood Wisdom” è il secondo singolo, dopo “Intuition”, di Milena Paris, bergamasca trapiantata a Milano. Childhood Wisdom è un inno alla fedeltà a se stessi, è un invito a prendersi cura delle proprie stranezze e ad accogliere le difficoltà per andare avanti. In questa intervista rilasciata per AgorArt conosciamola meglio.

Come nasce il tuo nuovo brano “Childhood Wisdom”?

“Childhood Wisdom” nasce in forma di poesia. Qualche anno fa mi ero ritrovata a cambiare casa e stavo attraversando un periodo poco sereno, leggevo molto, soprattutto la sera, e mi ero avvicinata alla meditazione. Mi ha ispirato in particolar modo il famosissimo saggio “Donne che corrono coi lupi”: da qui ho preso spunto per raccontare in forma di poesia, che poi ho messo in musica, l’auspicato ritorno a una saggezza che il bambino ha per istinto. Questo brano pone l’accento sul valore della propria singolarità e diversità, ma è anche un’esortazione a reagire agli eventi, per questo è anche molto attuale. Musicalmente è pensato come un canto ancestrale, è realizzato come una sorta di rito: ad accompagnare la voce ci sono altre voci effettate e le percussioni. La produzione è stata realizzata da Dadàmo, compositore, produttore e cantante, che è stato capace di realizzare quel clima suggestivo che avevo in mente.

Ci sarà un disco?

Non subito. È una cosa che rientra tra i miei progetti ma per ora sto ragionando per singoli e poi forse, alla fine dell’anno, chissà…

Ci parli un po’ di te, della tua passione per la musica?

Il mio percorso musicale non è comune, ho attraversato e sperimentato diversi generi. Penso che questa sia una ricchezza quando poi si va a creare qualcosa di nuovo perché hai la possibilità di attingere da diversi linguaggi. Ho iniziato a suonare la chitarra a 13 anni e l’anno successivo ho iniziato a cantare. Sono cresciuta con il pop-rock inglese e con l’r’n’b degli anni ’90, ho poi deciso di perfezionare gli studi presso il Conservatorio G. Verdi di Milano studiando canto jazz. Mi sono resa conto che lo studio del jazz, complicato per me all’inizio poiché provenivo da un background diverso, mi ha fornito strumenti nuovi, soprattutto armonici, nonché la libertà di improvvisare. Amo moltissimo anche la poesia e in generale le forme letterarie brevi: sono di grande ispirazione per me e per il mio modo di scrivere canzoni.

Quali sono i tuoi artisti di riferimento?

I miei punti di riferimento sono cambiati molto nel tempo. Credo di avere un discreto bagaglio di ascolti di diversi generi e periodi e oggi cerco di ascoltare tanta musica nuova per essere aggiornata sulle sonorità e gli stili. La maggior parte degli artisti che amo sperimentano molto e sono capaci di apportare novità nella loro musica, sviluppando un modo di esprimersi totalmente personale. Questo è il motivo per cui probabilmente Nai Palm (Hiatus Kaiyote) è la musicista che trovo più interessante. Altri artisti che mi influenzano molto in questo periodo sono Ibeyi, Somi e Venerus, così come tanti musicisti jazz.

I tuoi progetti futuri?

Nel mio futuro breve vedo sicuramente lo sviluppo del mio progetto solista, la pubblicazione di brani non solo in inglese ma anche in italiano e, sperando in una riapertura, anche qualche concerto. Per il resto non faccio troppi progetti a lungo termine, mi godo il percorso e vediamo come andrà.

Civins